SILVIO BUSTIducente, senza obbligo di prestazione <strong>del</strong> servizio, ex artt. 3 e 8.3 l.21/1992), talché mancano <strong>la</strong> realizzazione di fini sociali e <strong>la</strong> promozione<strong>del</strong>lo sviluppo economico <strong>del</strong>le comunità locali richieste nei servizipubblici oggetto degli artt. 112 ss. d.lgs. 267/2000, identificabili propriamentein quelli di interesse generale ed ampio utilizzo da parted’una indistinta molteplicità di utenti, come nei trasporti collettivi dipersone e non da parte d’una utenza specifica.Il disposto originario <strong>del</strong>l’art. 113 t.u.e.l., fino all’entrata in vigore<strong>del</strong>l’emendamento recato dall’art. 35 l. 448/2001, il quale fa salvele disposizioni speciali ai singoli servizi pubblici locali, prevaleva, inquanto posteriore, sulle disposizioni <strong>del</strong> d.lgs. 422/1997, come modificatodal d.lgs. 400/1999, con esso incompatibili, come appunto quel<strong>la</strong><strong>del</strong> c. 2 <strong>del</strong>l’art. 18 d.lgs. 422/1997, nel testo modificato dall’art. 1d.lgs. 400/1999, nel<strong>la</strong> parte in cui impone l’indefettibilità <strong>del</strong> ricorso agara pubblica per l’affidamento <strong>del</strong> <strong>trasporto</strong> <strong>locale</strong> collettivo una voltaconcluso il periodo transitorio di mantenimento dei pregressi affidamenti,mentre il ricordato dettato originario <strong>del</strong>l’art. 113 t.u.e.l. <strong>la</strong>sciavaagli Enti locali un’ampia scelta per <strong>la</strong> forma di gestione e l’affidamentodei servizi pubblici locali, non escluso e pertanto compreso quello di<strong>trasporto</strong> collettivo di persone.La l. 28 dicembre 2001, n. 448, elimina il parziale conflitto traprovvedimenti legis<strong>la</strong>tivi, anteriore e posteriore, validi per il t.p.l., facendosalve le disposizioni previste per il singolo servizio, prevalentiallora anche su quelle successive dettate per <strong>la</strong> generalità dei servizipubblici locali. Ma, sino al<strong>la</strong> vigenza <strong>del</strong>l’emendamento recato dall’art.35 l. 448/2001, all’originaria versione <strong>del</strong>l’art. 113 t.u.e.l., era venutomeno per il t.p.l. il principio <strong>del</strong><strong>la</strong> necessità <strong>del</strong><strong>la</strong> procedura competitivaper l’affidamento <strong>del</strong> servizio: principio poi affermato in generale per iservizi pubblici locali anche dall’art. 35 l. 448/2001 nel modificare ildettato originario <strong>del</strong>l’art. 113 t.u.e.l.34
PROFILO STORICO DELLA DISCIPLINA DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALEA questo punto occorre giustificare come sia stato possibile, peril legis<strong>la</strong>tore nazionale, emanare il predetto art. 35 l. 28 dicembre 2001,n. 448, e come siano rimasti ancor oggi in vigore provvedimenti normativi“quadro” sul t.p.l., come il riferito d.lgs. 422/1997, nel testo emendato,che nel suo ordito (ricordiamo per inciso) ha finito per privare dirilievo <strong>la</strong> prima legge-quadro in materia, n. 151 <strong>del</strong> 1981.Va messo in rilievo che, ai sensi degli artt. 117 e 118 cost., neltesto risultante dal<strong>la</strong> ricordata l. cost.. 18 ottobre 2001, n. 3, <strong>la</strong> materia<strong>del</strong> t.p.l. rientra nel<strong>la</strong> competenza residuale legis<strong>la</strong>tiva e rego<strong>la</strong>mentare<strong>del</strong>le Regioni. Infatti tale materia non risulta ricompresa in alcuna diquelle attribuite, in via esclusiva od anche solo concorrente, allo Stato,ai sensi dei c. 2 e 3 <strong>del</strong>l’art. 117 (testo attuale) cost.: in tema di trasportiil legis<strong>la</strong>tore statale è direttamente investito di competenza concorrente,per <strong>la</strong> posizione dei principi fondamentali, solo in ordine a porti ed aeroporticivili e grandi reti di <strong>trasporto</strong> e navigazione, certo non identificabilinei servizi di t.p.l., pertanto riservati, secondo criterio di residualità(art. 117, c. 4, cost.), al<strong>la</strong> competenza legis<strong>la</strong>tiva regionale.Peraltro, alcune materie o funzioni di competenza legis<strong>la</strong>tivastatale hanno una capacità espansiva tale da riverberare i propri effettisu altre pur di esclusiva spettanza <strong>del</strong> legis<strong>la</strong>tore regionale, legittimandosiquindi costituzionalmente un intervento normativo a livello nazionaletale da vinco<strong>la</strong>re, talvolta, le Regioni in settori residuali. Tra questematerie o funzioni “trasversali”, di competenza statale, spicca <strong>la</strong> tute<strong>la</strong><strong>del</strong><strong>la</strong> concorrenza, sotto il profilo non solo <strong>del</strong><strong>la</strong> protezione, ma anche<strong>del</strong><strong>la</strong> promozione <strong>del</strong>l’assetto concorrenziale <strong>del</strong> mercato, investendocosì le modalità di gestione e l’affidamento dei servizi pubblici localinel<strong>la</strong> loro rilevanza economica. L’intervento <strong>del</strong> legis<strong>la</strong>tore nazionalenon può peraltro superare il limite <strong>del</strong>l’adeguatezza e proporzionalitàper il raggiungimento <strong>del</strong> predetto obiettivo di tute<strong>la</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> concorrenza,potendo così comprimere l’iniziativa regionale solo nei limiti <strong>del</strong> necessarioa tal fine (ex plurimis, C. cost. 13-27 luglio 2004, n. 272).35
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