SILVIO BUSTIL’esigenza di unitarietà nazionale, salvaguardata dall’art. 5cost., implica quel<strong>la</strong> d’un intervento normativo statale che garantiscal’uniformità di fondo <strong>del</strong>l’attività amministrativa a livello <strong>locale</strong>, qualeche sia il territorio di riferimento, giustificandosi così <strong>la</strong> posizione, daparte <strong>del</strong> legis<strong>la</strong>tore nazionale nei confronti di quello regionale, di critericomuni, per lo svolgimento territoriale di tale attività, “adeguati” manel contempo “proporzionati” al raggiungimento <strong>del</strong> predetto obiettivodi uniformità anche nei settori di competenza legis<strong>la</strong>tiva residuale <strong>del</strong><strong>la</strong>Regione.Così continuano, anche dopo <strong>la</strong> riforma costituzionale <strong>del</strong> ripartodi funzioni legis<strong>la</strong>tive, rego<strong>la</strong>mentari ed amministrative tra Stato eRegioni ed Enti locali, a valere gli interventi normativi statali mirati agarantire <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> concorrenza e l’unitarietà <strong>del</strong>l’esercizio <strong>del</strong><strong>la</strong>funzione amministrativa nel settore <strong>del</strong> t.p.l., nei riferiti limiti <strong>del</strong><strong>la</strong> loroproporzionalità ed adeguatezza a tali scopi. Vanno altresì considerate,nel<strong>la</strong> medesima ottica, l’esigenza di garantire il diritto al<strong>la</strong> mobilità deicittadini (art. 16 cost.), <strong>la</strong> promozione <strong>del</strong>lo sviluppo economico <strong>del</strong> Paesee quindi <strong>del</strong> commercio a livello nazionale con ovvie ricadute favorevolianche per le Regioni, nonché <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> <strong>del</strong>l’ambiente o <strong>la</strong> salvaguardia<strong>del</strong><strong>la</strong> sicurezza: materie o funzioni riservate, in via esclusiva oquantomeno concorrente, al<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione nazionale e capaci di incideresull’assetto <strong>del</strong> t.p.l. tanto da giustificare un intervento legis<strong>la</strong>tivostatale, come quello di cui al d.lgs. 422/1997 non solo di conferimentodi funzioni e compiti alle Regioni ma anche di determinazione dei criteridi organizzazione <strong>del</strong> servizio in questione; ovvero come quello dicui al d.lgs. 267/2000, anche come emendato, nel<strong>la</strong> parte riguardantel’organizzazione, l’affidamento e <strong>la</strong> gestione dei servizi pubblici localiin generale.36
PROFILO STORICO DELLA DISCIPLINA DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE3.4 Verso l’auspicata fine degli affidamenti diretti <strong>del</strong> <strong>trasporto</strong> <strong>pubblico</strong><strong>locale</strong> di lineaLe rilevanti trasformazioni <strong>del</strong> disposto <strong>del</strong>l’art. 113 t.u.e.l., intervenutedopo quel<strong>la</strong> di cui all’art. 35 l. 448/2001 che, come riferito,ha fatto salve in generale le disposizioni re<strong>la</strong>tive ai singoli settori, comeappunto (aggiungiamo noi) quelle <strong>del</strong> d.lgs. 422/1997 e successive modifichesul t.p.l., e rotto con l’ampia facoltà di scelta <strong>del</strong>l’Ente <strong>locale</strong>circa le forme di gestione dei servizi pubblici locali, imponendo <strong>la</strong> proceduraad evidenza pubblica nell’individuazione <strong>del</strong> soggetto, una societàdi capitali, a cui affidare il servizio nel rispetto <strong>del</strong> principio diconcorrenza, interessano il t.p.l. quando affiancano al<strong>la</strong> gara altri duecriteri per individuare l’affidatario dei servizi pubblici locali in generale:l’affidamento a società a capitale misto <strong>pubblico</strong>-privato in cui soloil socio privato deve essere scelto con gara secondo linee-guida emanatedalle autorità competenti, oppure il conferimento <strong>del</strong> servizio a societàa capitale interamente <strong>pubblico</strong> purché l’Ente o gli Enti pubblici, tito<strong>la</strong>ri<strong>del</strong> capitale sociale, esercitino sul<strong>la</strong> stessa società un controllo analogoa quello esercitato sui propri servizi e tale società realizzi <strong>la</strong> partepiù importante <strong>del</strong><strong>la</strong> propria attività con gli Enti control<strong>la</strong>nti (nuovo c. 5<strong>del</strong>l’art. 113 t.u.e.l., introdotto dall’art. 14 d.l. 30 settembre 2003, n.269, convertito nel<strong>la</strong> l. 24 novembre 2003, n. 326).Quest’ultima, ulteriore modifica <strong>del</strong> dettato <strong>del</strong>l’art. 113 t.u.e.l.circa le modalità di gestione ed affidamento dei servizi pubblici localidi interesse economico generale è espressamente dichiarata inderogabileed integrativa <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>disciplina</strong> di settore (nuovo c. 1 <strong>del</strong>lo stesso), peril resto fatta salva, mentre, come riferito, l’emendamento recato al predettoarticolo dall’art. 35 l. 448/2001 manteneva «ferme le disposizionipreviste per i singoli settori» e quindi non intaccava le previsioni di cuial d.lgs. 422/1997, ed alle sue successive modifiche, sull’indefettibilericorso al<strong>la</strong> gara per l’affidamento <strong>del</strong> t.p.l.37
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