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l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />
dediti all’alcool piuttosto che alla cultura<br />
di governo.<br />
Soltanto alla Lubjanka, del resto, si ha il<br />
quadro veritiero del disastro dell’Unione<br />
sovietica, dove, ad esempio, un terzo del<br />
petrolio – tradotto in dollari son cifre da<br />
capogiro – si perde perché dadi e bulloni<br />
non sono ben stretti. <strong>In</strong> Urss – il detto è<br />
sulla bocca di tutti – lo Stato finge di pagare<br />
ed i lavoratori fingono di lavorare,<br />
evitando di serrare i bulloni.<br />
Andropov ed i suoi “ragazzi” (Gorbaciov,<br />
Aliev, Shevardnaze, etc) hanno spezzato<br />
ogni resistenza dei “politici”, usando ogni<br />
mezzo, finanche una lunga serie di stupefacenti<br />
sciagure automobilistiche. Gli<br />
uomini migliori del Pcus, quelli che potevano<br />
ostacolare l’irresistibile ascesa di<br />
Andropov, cominciano a sbandare paurosamente<br />
in curva... sui rettilinei; oppure,<br />
a morire maciullati per l’impatto laterale<br />
di camion sbucati all’improvviso da strade<br />
laterali di autostrade... prive di incroci.<br />
Adesso, col golpe di agosto, Pavlov cerca<br />
di tornare all’antico: basta perestrojka,<br />
glasnost ed egemonia dei servizi, tutto il<br />
potere di nuovo al partito.<br />
Lo strano caso di Romano Prodi,<br />
il cane di Pavlov, anzi di George Soros<br />
Fuori dell’Urss è tutto un coro di proteste<br />
e di condanne. Lo stesso Pci è disorientato<br />
e sceglie di stare col “prigioniero”<br />
Gorby, che in verità sta prendendo<br />
i bagni nel mare di Crimea, giocando<br />
con la ciambella a forma di papera della<br />
nipotina.<br />
A parte Kim Il Sung, Fidel Castro e qualche<br />
alcolizzato dell’estremo Nord, l’unico<br />
che saluta il golpe come prodromo di una<br />
ripresa dell’economia sovietica e, comunque,<br />
come evento per nulla depreca-<br />
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bile, anzi normale e positivo, è Romano<br />
Prodi.<br />
Certo, è in affari con l’istituto Plekhanov,<br />
ma solo l’ignoranza totale delle cose sovietiche<br />
può spingerlo a rilasciare le seguente<br />
allucinata intervista al “Corsera” :<br />
«Conosco bene Pavlov... Direi che per<br />
certi versi quella che ha fatto in queste<br />
ore è una scelta coerente. Mi aspetto entro<br />
pochi giorni passi decisivi per quanto<br />
riguarda la gestione dell’economia».<br />
Dalle sue parole sembra che non sia accaduto<br />
nulla di importante, anzi Prodi ci<br />
tiene a precisare che in Urss la vita continua:<br />
«Il telex che abbiamo avuto stamattina<br />
dal nostro istituto parla chiaro.<br />
L’anno accademico, la cui inaugurazione<br />
era prevista proprio per oggi, è regolarmente<br />
iniziato».<br />
A testimonianza del grado di attendibilità<br />
delle informazioni raccolte dalla Nomisma<br />
di Mosca, Prodi aveva già preso una<br />
terribile cantonata pochi giorni prima, affermando<br />
che non c’era al mondo Paese<br />
più stabile dell’Urss.<br />
La Nomisma, insomma, gli forniva non<br />
dati oggettivi, ma la paccottiglia della<br />
propaganda comunista, facendo, così, di<br />
Prodi il cane di Pavlov.<br />
Adesso, davanti al golpe, la miopia del<br />
manager, interessato a conservare il rapporto<br />
di consulente anche con i golpisti,<br />
tocca livelli inauditi.<br />
Ecco le sue previsioni tutte orientate a<br />
dare per consolidato il putsch d’agosto:<br />
«Non mi pare il caso di aspettarsi una<br />
sollevazione popolare a favore di Gorbaciov...<br />
E secondo i nostri analisti nemmeno<br />
Boris Eltsin, che è assai più popolare<br />
dispone di una rete capace di promuovere<br />
una sollevazione [sic!]...».<br />
C’è, però, un’altra possibile interpretazione,<br />
che rende giustizia all’intelligenza lu