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In questo numero - L'IRCOCERVO

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l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />

spetto agli interessi dei Paesi europei<br />

della Nato.<br />

Il pericolo aveva avviato, da parte del<br />

cancelliere tedesco Schmidt, un’attività<br />

diplomatica volta a rispondere alla minaccia<br />

sovietica con l’installazione sul<br />

territorio tedesco e su quello italiano (la<br />

Francia si era sottratta col pretesto della<br />

sua autosufficienza nucleare) di rampe<br />

di missili americani a media gittata, i<br />

Pershing e i Cruise, destinati a pesare in<br />

modo più specifico sul teatro europeo.<br />

Alla realizzazione, cioè, sul territorio europeo<br />

e in particolare su quello italiano<br />

dei missili a media gittata destinati a<br />

contrapporsi alle rampe missilistiche dei<br />

sovietici nell’Europa orientale. A <strong>questo</strong><br />

scopo si adopererà in modo particolare<br />

Francesco Cossiga, che non durò molta<br />

fatica a tirare dalla sua parte Bettino<br />

Craxi, tornato all’alleanza con la Dc e gli<br />

altri partiti del centro laico e democratico<br />

dopo la fine della Solidarietà Nazionale.<br />

<strong>In</strong> definitiva, l’orizzonte internazionale si<br />

era fatto troppo impegnativo per un partito,<br />

come il Pci, al quale si chiedeva a<br />

quel punto di fornire un appoggio esterno<br />

pressoché gratuito e privo di prospettive<br />

nel senso di una partecipazione organica<br />

al governo, ormai tramontata.<br />

L’onerosità del prezzo da pagare venne<br />

giudicata dal vertice del Pci insopportabile.<br />

La decisione, fra l’altro, rivelò una<br />

realtà assai diversa dagli “strappi” rispetto<br />

alla politica sovietica dei quali si era<br />

parlato tanto, e con tanta longanimità,<br />

negli anni precedenti. Apparve chiaro in<br />

ogni caso che Berlinguer, precipitato in<br />

una crisi politica profonda per quel che<br />

riguardava le ambizioni di governo del<br />

suo partito, messo dinanzi a scelte difficili<br />

sul piano internazionale, aveva scel-<br />

95<br />

to di trovare rifugio nel pur difficile e sofferto<br />

rapporto con l’Urss. Questa decisione<br />

ebbe anche il risultato di rassicurare<br />

la base del partito che, chiamata a<br />

partecipare alle manifestazioni e ai cortei<br />

contro i missili, si ritrovò finalmente in<br />

un clima più naturale rispetto alla sua<br />

storia e ai suoi orientamenti di quanto<br />

non si fosse trovata negli ultimi anni.<br />

Alcuni degli “strappi” precedenti, dal<br />

1968 di Praga ai successivi, furono in<br />

realtà riassorbiti nel tempo, e nei rapporti<br />

fra il Pci e il Pcus. La stessa condanna,<br />

per la prima volta aperta almeno nel<br />

linguaggio, dell’invasione sovietica della<br />

Cecoslovacchia nell’agosto di dieci anni<br />

prima era stata pagata, in realtà, con alcuni<br />

cedimenti “riparatori”: la cacciata<br />

del gruppo del “Manifesto”, spintosi su<br />

posizioni eccessivamente critiche verso<br />

il regime sovietico, e la destituzione da<br />

responsabile dell’Ufficio Esteri del partito<br />

di Carlo Galluzzi, che nella vicenda aveva<br />

assunto una posizione di punta, o almeno<br />

individuata come tale da Mosca.<br />

Resta il fatto che, nella situazione nuova<br />

venutasi a creare, il Pci di Berlinguer si<br />

bloccò, e ciò è particolarmente indicativo,<br />

una volta posto dinanzi a una questione<br />

strategica come quella posta dalla<br />

installazione dei missili a media gittata<br />

SS20, e alla risposta occidentale. Si<br />

bloccò, in definitiva, dinanzi alla contrapposizione<br />

delle strategie militari in Europa<br />

Occidentale. Ed è a <strong>questo</strong> punto, in<br />

effetti, che Berlinguer decise di non por<br />

tempo in mezzo e di tornare “al di là del<br />

guado”.<br />

Il primo smacco elettorale<br />

di Berlinguer<br />

La questione dello Sme, infinitamente<br />

meno gravosa per i rapporti politici, ap

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