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Mentre andiamo in stampa... Sarkozy ha vinto e noi con lui, Ségolène ha perso e con lei l’Ulivo mondiale, il Partito Democratico che non è fatto da liberal all’americana (e speriamo che lo diventi) e la sinistra antagonista sessantottina, filo-fondamentalista(islamica).... Consentiteci di felicitarci con il vincitore di cui in tempi “non sospetti” abbiamo auspicato la vittoria. Dalle agenzie FRANCIA:VOTO; BERLUSCONI, ESAURITA CAPACITA'GOVERNO SINISTRA (ANSA) - ROMA, 6 MAG - ''La netta affermazione di Nicolas Sarkozy dimostra la volonta' di cambiamento che sta attraversando tutta l'Europa e non solo la Francia. La sconfitta della Royal e' un'ulteriore prova del fatto che gli europei considerano ormai esaurita la capacita' di governare della sinistra''. Cosi' Silvio Berlusconi commenta le elezioni per l'Eliseo. “Sono legato a Nicolas Sarkozy - aggiunge Berlusconi - da antica stima ed amicizia sul piano personale. Sul piano politico Sarkozy condivide gli stessi valori e gli stessi principi che sono alla base del nostro impegno politico e il programma che egli ha presentato ai francesi coincide sostanzialmente con il nostro. A Nicolas Sarkozy vanno le mie piu' affettuose congratulazioni e gli auguri piu' cordiali per la sua presidenza''. (ANSA). FRANCIA: VOTO; CICCHITTO, SINISTRA IN DIFFICOLTA' IN EUROPA (ANSA) - ROMA, 6 MAG - ''Complessivamente, in Europa la sinistra e' in grande difficolta' ''. Lo afferma Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di FI., commentando i risultati per l'Eliseo. ''La vittoria di Sarkozy - sottolinea - e' assai netta. Essa dimostra che egli ha saputo coordinare l'innovazione con la tenuta della societa' francese rispetto a spinte disgreganti che pure esistono''. 'La Royal ha dato una bella immagine mediatica - aggiunge - che pero' e' stata neutralizzata dal fatto che ha riproposto le opinioni piu' tradizionali ed invecchiate della sinistra. I dati numerici dimostrano che a Sarkozy e' riuscito il capolavoro politico di svuotare la destra di Le Pen e di guadagnare larga parte dei voti del centro''. ''Come spesso gli capita - conclude - Michel Rocard aveva capito molte cose, ma per realizzarle sarebbe stata necessaria una tempestiva modernizzazione della sinistra francese, che non e' affatto avvenuta''. (ANSA). 124
La nuova comunicazione l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à Stampa on line, la rivoluzione del terzo millennio di Gianluigi Da Rold La tendenza è ormai radicata, si potrebbe definire inarrestabile. Ed è quella di un passaggio epocale alla comunicazione via internet, on line, da quella della stampa tradizionale. Possiamo cogliere uno degli ultimi segnali più clamorosi nella rivista “Life”, un mito che non si troverà più in edicola ma on line. Oppure nella “fuga” degli editorialisti americani più prestigiosi di “The New York Times” o di “The Washington Post” che interagiscono ormai, in tempo, con il pubblico in “The politico”. Oppure ancora nelle grandi manovre finanziarie del “re delle comunicazioni”, Rupert Murdoch che fa offerte da capogiro per “The Wall Street Journal” e probabilmente anche per “Reuters”. È la rivoluzione annunciata, il mondo del “Terzo millennio” che irrompe sulla scena della comunicazione in tempo reale e che sconvolgerà la vita sociale, economica, finanziaria e con tutta probabilità anche la vita politica. Da anni i grandi giornali americani perdevano milioni copie e si allargava la fascia di comunicatori via internet. La stessa pubblicità, uno dei motori della comunicazione e un fattore determinante di bilancio delle imprese editoriali, si trasferisce sempre di più su internet. In Europa si notava la stessa tendenza; in Italia, come al solito, si dormiva, pubblicando e vendendo lo stesso numero di quotidiani come nel 1939, moltiplicando una serie di “magazines” di intrattenimento leggero e soprattutto senza pensare a quello che in breve tempo sarebbe capitato. Non passeranno molti anni neppure nel Belpaese quando, per la sinergia tra telefono e monitor, con una sofisticata tecnologia che sfrutta le onde radio, qualsiasi cittadino italiano potrà arrivare in qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi luogo, aprire il suo computer e aprire una “finestra sul mondo”, attraverso immagini e parole, interagendo in pochi minuti, trasferendovi direttamente le sue telefonate in entrata e in uscita. La grande rivoluzione del Terzo mil- 125 lennio deve far ripensare tutto il mondo della comunicazione e in fondo, il dossier Telecom di queste settimane, non è che l’antipasto di un autentico terremoto nel mondo dell’informazione anche in Italia. Quasi tutti i quotidiani italiani hanno oggi un sito dove si può trovare un aggiornamento sintetico delle notizie. Ma è una “goccia nell’oceano” rispetto alle necessità di un uomo politico o di un uomo di affari, ma anche di un semplice cittadino. Sono nate anche nuove esperienze, con siti più o meno riusciti. Si pensi a “Dagospia” che rappresenta un “giornale” on line di aggiornamento tra i più completi di notizie e di gossip finanziari e politici. Il paradosso è tale che soltanto un anno fa, nel panorama di tutta l’editoria italiana, l’unico riconoscimento internazionale di valore giornalistico è arrivato proprio al direttore di “Dagospia”, Roberto D’Agostino. Ma “Dagospia”, in un futuro non tanto remoto, può rappresentare solo un battistrada in questo nuovo mondo della comunicazione. Chi scrive queste note, da tre anni collabora con “Il Velino”, un’agenzia che si è meritata il riconoscimento di “interesse nazionale”, ma che vuole essere il prototipo di un giornale on line, che cura particolarmente il mondo delle aziende italiane, il mercato finanziario internazionale, la grande diplomazia europea e la politica italiana. Siamo ancora su “numeri bassi”, tra lettori sistematici e i cosiddetti contatti. Ma la potenziale platea è enorme già adesso, destinata ad ampliarsi e a sconvolgere i tradizionali canali di informazione. Il problema vero è quello dell’interazione (il botta e risposta tra chi lancia una notizia a e chi desidera rispondere), che in Italia è ancora trascurato, e il sistematico aggiornamento che richiede una copertura giornalistica di 24 ore al giorno. Quindi il problema è quello di immaginare nuove imprese editoriali, con sinergie sempre più raffinate e magari con un terminale
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