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In questo numero - L'IRCOCERVO

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quindi viene spogliato della responsabilità<br />

di trovare la prova, raccogliere e valutare<br />

gli indizi.<br />

La prima diffidenza deve avere a bersaglio<br />

il concetto di consultazione, di uso<br />

delle fonti ed espressioni similari.<br />

<strong>In</strong> realtà, dietro questa terminologia pomposa<br />

c’è un’assai sobria realtà.<br />

Lo studioso – tramite il presidente della<br />

Commissione parlamentare (o di qualche<br />

funzionario che lo sostituisce nelle lunghe<br />

assenze, magari perché preferisce<br />

gli studi senatoriali più luminosi di piazza<br />

del Gesù) e della Giunta di Presidenza,<br />

che esaminano ed approvano preliminarmente<br />

le sue richieste – fa pervenire ai<br />

capi di Gabinetto dei Ministeri, dei Servizi<br />

di informazione e sicurezza, ai direttori<br />

delle fondazioni e degli archivi (pubblici e<br />

privati) ecc., una lista di nomi e/o di argomenti<br />

sui quali vorrebbe fare analisi, accertamenti<br />

ecc..<br />

La lista viene scrutinata dai collaboratori<br />

del ministro e poi trasferita agli archivisti,<br />

i quali a loro volta riversano sul tavolo del<br />

consulente, regolarmente autorizzato e<br />

convocato, faldoni o fascicoli di quanto<br />

hanno liberamente, autonomamente e<br />

quindi discrezionalmente selezionato.<br />

Anche se non è una bella consolazione,<br />

qualcosa del genere ha luogo negli Stati<br />

Uniti d’America.<br />

Il motivo di questa farraginosa procedura<br />

risiede nell’enorme mole di documenti<br />

da preservare. Sono miliardi di pagine<br />

e occupano molte decine di chilometri di<br />

spazio .<br />

Perciò, quella di delegare ai funzionari<br />

della CIA la selezione dei documenti da<br />

fornire agli studiosi si configura meno come<br />

una situazione eccezionale e più come<br />

un’abitudine, un costume consolidato,<br />

cioè una prassi. E, pare, esistano persino<br />

forme catalogabili come censura o<br />

l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />

112<br />

come revisione da parte dell’agenzia del<br />

contro-spionaggio statunitense sugli elaborati<br />

redatti in base a quelle carte.<br />

Nel nostro Paese accade, invece, qualcosa<br />

di diverso…<br />

Con qualche eccezione, che riguardano<br />

alcune questure, non ho avuto la possibilità<br />

di perlustrare liberamente i luoghi in<br />

cui sono stivati i documenti, cioè gli scaffali<br />

o gli armadi, anche se mi è stato detto,<br />

in occasione del conferimento dell’incarico<br />

di consulente, che disponevo formalmente<br />

delle prerogative di un magistrato.<br />

A questi non si possono opporre<br />

segreti d’ufficio. Nel caso della Commissione<br />

Mitrokhin, per la quale ho lavorato,<br />

neanche segreti di Stato.<br />

<strong>In</strong> questa felice condizione ci siamo trovati<br />

in molti, una platea di circa 50 persone.<br />

Tanti, quasi un ministero, erano i docenti<br />

universitari, i ricercatori, i giornalisti,<br />

i funzionari dell’intelligence, i magistrati, i<br />

giovani laureati, i collaboratori dei parlamentari<br />

e quanti in un modo o nell’altro<br />

alleviano le loro fatiche e facilitano il lavoro<br />

politico ecc.<br />

Il presidente aveva il potere di sceglierli,<br />

esercitando un potere autonomo, ma ha<br />

preferito rifarsi alla tradizione, suddividendo<br />

i reclutati non per meriti scientifici<br />

e competenze, ma rigorosamente per coteo<br />

politico, come dicono i cileni.<br />

Bisogna, però, precisare che non si pretendeva<br />

da noi di essere presenti a Roma<br />

né a Palazzo San Macuto e neanche<br />

di infilarci negli archivi delle questure di<br />

mezza Italia.<br />

A fare atto di presenzialismo (che è sinonimo<br />

di diligenza, anzi di un’elementare<br />

prestazione obbligata), ho l’impressione<br />

siamo stati in pochi…<br />

Ci siamo resi conto che, anche per la ristrettezza<br />

degli spazi (a noi era stato riservato<br />

un bugigattolo con un tavolo e

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