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estese, specialmente nelle Università, e<br />
la comparsa all’orizzonte politico del terrorrorismo.<br />
<strong>In</strong> più, nei primi mesi del<br />
1978 vi furono risultati elettorali parzialissimi,<br />
ma che fornirono al gruppo dirigente<br />
comunista segnali preoccupanti. E<br />
vi furono alcuni referendum, fra i quali<br />
uno sul finanziamento pubblico dei partiti<br />
che, patrocinato pressoché dai soli radicali,<br />
ancorché respinto manifestò,<br />
sempre agli occhi delle Botteghe Oscure,<br />
segni di pericoloso sbandamento nel<br />
corpo elettorale.<br />
Si aggiunse, dopo la cacciata a seguito<br />
di una campagna mediatica che resta<br />
una della pagine più torbide di quei tempi,<br />
del Presidente della Repubblica Leone<br />
dal Quirinale seguita dall’elezione di<br />
un nuovo Capo dello Stato.<br />
Il candidato del Pci era, anche se si badò<br />
all’inizio a non rivelarlo, Ugo La Malfa,<br />
giudicato dal Pci il solo garante possibile<br />
dopo la morte di Moro. L’operazione,<br />
nonostante un assenso di massima<br />
da parte Dc, fallì per l’opposizione di<br />
Craxi, che rivendicò perentoriamente la<br />
regole della successione di un socialista<br />
a un democristiano. La Dc si limitò ad<br />
accettare un candidato del Psi diverso<br />
da quello di Craxi, che aveva indicato<br />
nell’ordine il giurista Giuliano Vassalli,<br />
poi quella di Antonio Giolitti.<br />
L’elezione di Pertini, in quel contesto,<br />
venne vissuta dal Pci come una sconfitta,<br />
anche perché la Dc non si sentì di<br />
contrastare Craxi, il quale apparve come<br />
il vincitore. Proprio Craxi che aveva contrastato<br />
duramente, durante i 55 giorni<br />
della prigionia di Moro, il “fronte della fermezza”<br />
qualificandosi, anche per l’occasione,<br />
come deciso oppositore del rapporto<br />
privilegiato con la Dc e ancor più<br />
del disegno che a quel rapporto sottin-<br />
l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />
94<br />
tendeva, il compromesso storico e coalizione<br />
della Solidarietà Nazionale.<br />
Il ritorno in campo<br />
della politica estera<br />
Ben altro, però, era in campo al di là dello<br />
stesso tema del governo Andreotti, e<br />
perfino della generale preoccupazione<br />
per un ordine pubblico dominato dallo<br />
spettro del terrorismo. La ragione ufficiale<br />
addotta dal Pci verso la fine di quel difficile<br />
anno 1978 per aprire la crisi di governo<br />
fu la decisione maturata nella<br />
Commissione europea di avviare la costruzione<br />
di un sistema monetario, lo<br />
Sme, nel quale le diverse monete nazionali<br />
erano legate per la prima volta da<br />
una banda di oscillazione, verso l’alto e<br />
verso il basso. Era il primo passo verso<br />
la moneta unica europea, che si realizzerà<br />
solo nella seconda metà degli anni<br />
Novanta con l’euro. Berlinguer non ritenne<br />
però di poter imporre al suo partito un<br />
impegno internazionale giudicato oneroso.<br />
Al punto da decidere all’inizio del<br />
1979 di votare contro lo Sme, avviando<br />
così sostanzialmente il ritorno all’opposizione.<br />
Apparve successivamente chiaro che a<br />
imporre un passo indietro tanto gravoso,<br />
e a renderlo definitivo, fu un altro argomento,<br />
e ben più pesante, di politica<br />
estera: la comparsa all’orizzonte europeo<br />
della “crisi dei missili”. Questa<br />
esplose all’indomani dell’installazione da<br />
parte dei sovietici dei missili a medio<br />
raggio rivolti contro i Paesi dell’Europa<br />
occidentale.<br />
Fu una mossa risultata, in seguito, alquanto<br />
disperata, ma che tendeva a separare<br />
gli interessi militari degli Stati Uniti,<br />
giunti a un accordo e a un equilibrio<br />
missilistico per le armi a lunga gittata, ri-