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In questo numero - L'IRCOCERVO

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muoveva con difficoltà perché era un ottimo<br />

economista macroeconomico, ma<br />

non era un esperto di quel settore decisivo<br />

dell’amministrazione, e in parte perché<br />

ostile al centro-destra (la sua nomina fu<br />

salutata positivamente dall’On. Visco).<br />

A fronte di tutto ciò, molti sono stati i punti<br />

forti del governo di centro-destra. Della<br />

politica economico-sociale e delle riforme<br />

reali messe in campo abbiamo già detto.<br />

Va aggiunto l’organico piano di infrastrutture<br />

che puntava ad eliminare una serie di<br />

strozzature che strangolavano la crescita<br />

del paese.<br />

L’altro contributo fondamentale dato da<br />

Berlusconi ha riguardato la politica estera.<br />

Nessun altro leader politico italiano del<br />

passato ha avuto la profondità dei rapporti<br />

politici e personali che Berlusconi ha<br />

avuto con i “grandi” della terra, da Bush,<br />

a Putin, a Blair. Nel periodo 2001-2006 l’Italia<br />

ha avuto una politica estera di alto livello<br />

e per la prima volta assai coerente.<br />

Partendo da un’analisi fondata sul fatto<br />

che l’11 settembre del 2001 metteva in<br />

evidenza che, una volta crollato il comunismo,<br />

nel mondo era esplosa una nuova<br />

drammatica contraddizione, rappresentata<br />

dal fondamentalismo islamico e dal terrorismo<br />

da esso espresso, la scelta dell’Italia<br />

è stata quella di contrapporsi a sua<br />

volta alla tendenza (Chirac, Schroeder,<br />

poi Zapatero) di mettere l’Europa contro<br />

gli Usa, ma anzi di puntare tutto su una<br />

forte alleanza occidentale fra Europa,<br />

Usa, Israele, stati arabi moderati, Turchia.<br />

<strong>In</strong> <strong>questo</strong> contesto l’Italia è andata in Iraq<br />

dopo la guerra proprio perché Berlusconi<br />

non condivideva la linea di intervento armato<br />

scelta da Bush, ma poi ha ritenuto<br />

necessario esprimere una precisa scelta<br />

di solidarietà occidentale.<br />

l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />

14<br />

Secondo la “dottrina” di politica “estera” di<br />

Berlusconi, per rispondere all’offensiva<br />

fondamentalista è indispensabile combinare<br />

insieme l’intervento armato con<br />

un’azione di politica economica-sociale<br />

che, però, non si deve fondare sui termini<br />

tradizionali della cooperazione internazionale<br />

perché si è visto che gli aiuti vengono<br />

spesso vanificati da classi dirigenti insieme<br />

corrotte e incapaci.<br />

Detto tutto <strong>questo</strong> il problema per Forza<br />

Italia e gli altri partiti del centro-destra è<br />

oggi quello di condurre una grande battaglia<br />

di opposizione al governo di centro-sinistra.<br />

Questo governo è caratterizzato da una<br />

catena di elementi negativi: l’impopolarità<br />

di Prodi; una legge finanziaria fondata su<br />

un’analisi economica del tutto sbagliata<br />

per cui si è tradotta in un indebito e inutile<br />

aumento della pressione fiscale che ha<br />

colpito tutte le classi sociali; una politica<br />

estera insieme astiosamente antiamericana<br />

e antisraeliana e per molti aspetti dilettantesca<br />

(la gestione del sequestro Mastrogiacomo<br />

da parte di Prodi-D’Alema è<br />

stata davvero una sequenza di errori che<br />

ci hanno messo ai margini della comunità<br />

internazionale e che hanno collocato il Sismi<br />

in una posizione imbarazzante a livelli<br />

internazionale); l’imprevedibile mancanza<br />

di professionalità di una parte cospicua<br />

del personale politico e di governo espresso<br />

dal centro-sinistra; l’infinita quantità di<br />

contraddizioni politiche che la nascita del<br />

partito democratico sta provocando nei Ds<br />

e nella Margherita e fuori da essi (vedi la<br />

costituente socialista organizzata da Boselli);<br />

il fortissimo condizionamento esercitato<br />

da una sinistra radicale che ha posizioni<br />

in politica economica e in politica<br />

estera così estremiste che spesso, anche<br />

aldilà degli orientamenti di Prodi e di D’A-

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