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cleare; provoca lo scontro tra la guerra<br />
tecnologica, scelta dall’Occidente per la<br />
sua crescente incapacità alla fatica ed alla<br />
sofferenza e per la paura della morte; e<br />
l’Islam pervaso dalla sua fede militante e<br />
totalizzante, che ricerca la sofferenza e la<br />
morte quasi con pulsioni mistiche.<br />
Cruciale a <strong>questo</strong> punto risulta il confronto<br />
interno alla società occidentale. Cruciale<br />
risulta il confronto nella società islamica.<br />
L’America sta cercando di rendere convenzionale<br />
un conflitto intrinsecamente<br />
non convenzionale: cerca perciò di demonizzare<br />
e di personalizzare una tattica<br />
(Osama, poi Saddam, poi Al Zarkawi,<br />
ecc.).<br />
Tentando una sintesi storicistica si potrebbe<br />
dire che Al Qaeda è l’autentica<br />
faccia oscura della globalizzazione; un<br />
fondamentalismo medioevale ma globalizzato<br />
e tecnologicamente avanzato.<br />
Il terrorismo nichilista diventa un incrocio<br />
transnazionale di antichi e nuovi terrorismi;<br />
quasi l’orizzonte del nostro XXI sec.,<br />
transnazionale e transideologico, cultura<br />
di morte contro ansia di vivere.<br />
Il network di Osama<br />
Una rete per aiutare i «guerrieri della Jihad»<br />
nasce negli ultimi anni del secolo<br />
XX e non ha struttura piramidale: è invece<br />
una struttura orizzontale a rete che<br />
aspira ad investire la intera umma, cioè<br />
la comunità islamica mondiale. È quindi<br />
una organizzazione omogenea alla globalizzazione,<br />
perciò transazionale e senza<br />
regole: usa le tecnologie della comunicazione<br />
occidentale; agita la minaccia<br />
batteriologica e nucleare; esercita il ricatto<br />
petrolifero; si sostiene con società finanziarie<br />
transnazionali e multifunzionali<br />
(narcotraffico, riciclaggio, armi, petrolio,<br />
società caritative); le roccaforti dell’Arabia<br />
e i rifugi della valle di Pashawar; il<br />
l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />
46<br />
ruolo capillare delle madrasse e delle<br />
università.<br />
Sotto il simbolo della rete ormai si collocano<br />
molte iniziative estremistiche locali;<br />
la ragnatela di cellule è planetaria.<br />
<strong>In</strong>ternet è il motore della “guerra santa”;<br />
infatti passano dai siti web le rivendicazioni<br />
e le istruzioni per diventare kamikaze:<br />
una sorta di holding del male che può<br />
contare su un network di finanziamenti e<br />
logistica.<br />
<strong>In</strong>torno alla mitologia del Califfato Universale<br />
c’è un corpo gelatinoso che si<br />
espande in tutte le direzioni e continua a<br />
crescere; i giovani emarginati delle grandi<br />
megalopoli del Medioriente e dell’Europa<br />
costituiscono una facile preda per i<br />
fondamentalisti; la difficile integrazione<br />
nelle città europee ha provocato la rivolta<br />
della seconda e terza generazione.<br />
Un passaggio storico importante è la costituzione<br />
da parte di Al Qaeda (la Rete) nel<br />
1998 del Jihad islamico mondiale, con il<br />
seguente programma politico: cacciare gli<br />
Usa dall’Arabia; cacciare i Saud e impadronirsi<br />
del petrolio; liberare i luoghi Santi<br />
palestinesi; costruire il Califfato universale.<br />
E questa espansione semina di tragedie<br />
terribili il Pianeta: Djerba in Tunisia<br />
(2002), Mombasa (2002), Filippine<br />
(2003), Riyad (2003), Istambul (2003),<br />
Casablanca (2003), Al Kobar in Arabia<br />
(2004), Beslam (2004), Madrid (2004),<br />
Taba in Egitto (2004), Londra (2005),<br />
Sharm, Kusadasi, le continue stragi in Afghanistan,<br />
e la guerra civile giornaliera in<br />
Iraq dove si intrecciano motivazioni diverse<br />
di massacri e di tragedie che non<br />
risparmiano neppure i bambini.<br />
L’Occidente è attanagliato da <strong>questo</strong> stato<br />
perdurante che alla lunga si rivelerà<br />
psicologicamente intollerabile.<br />
È la normalità che viene messa in forse; è<br />
l’Occidente che appare del tutto vulnerabile.