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In questo numero - L'IRCOCERVO

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pochissime eccezioni, non si apre su queste<br />

voci un confronto, come le regole di Wikipedia<br />

invitano a fare, per mancanza di un intervento<br />

preciso e sostenuto nel tempo, da parte di chi,<br />

di orientamento liberale e democratico, avrebbe<br />

i migliori elementi, per ristabilire la verità o<br />

comunque offrire al navigatore un’informazione<br />

articolata.<br />

Sempre di più nel nostro paese si accetta senza<br />

reagire a sufficienza che la manipolazione<br />

delle coscienze – e tra queste, pericolosissima,<br />

quella delle nuove generazioni – avvenga attraverso<br />

la distorsione nell’uso di mezzi nati per<br />

contribuire alla crescita culturale e alla consapevolezza<br />

nell’uso degli strumenti della democrazia,<br />

che da errate informazioni ai cittadini<br />

viene di fatto distorto, depotenziato.<br />

Già una egemonia, costruita negli anni, sui contenuti<br />

e sugli apparati nel mondo dell’informazione<br />

e della cultura, dalla scuola alle università,<br />

dalle redazioni dei giornali al mondo del cinema<br />

e delle televisioni, ha di fatto rappresentato<br />

la barriera, al riparo della quale la sinistra<br />

italiana ha potuto evitare di sviluppare un processo<br />

di rigenerazione che la rendesse compatibile<br />

con l’appartenenza al mondo democratico<br />

Recensione<br />

l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />

127<br />

occidentale. Complicità, svendite, ricatti, disattenzioni<br />

hanno creato un groviglio inestricabile<br />

che condiziona elaborando ed aggiornando da<br />

decenni una falsa storia del nostro paese a cui<br />

la larga maggioranza degli appartenenti ai sistemi<br />

informativi e formativi portano, quasi con<br />

automatismo, il loro specifico contributo. La battaglia<br />

per la libertà, la democrazia, il progresso<br />

si vincono in Italia solo se si batte <strong>questo</strong> blocco<br />

conservatore, sia per i contenuti che per i<br />

suoi privilegi.<br />

La una nuova frontiera è internet. <strong>In</strong> <strong>questo</strong><br />

nuovo territorio per lo scambio della conoscenza,<br />

i piccoli gruppi e persino i singoli possono<br />

contare moltissimo per impedire che anch’esso<br />

diventi territorio dominato da un “pensiero unico”.<br />

Mi auguro che gli amici che già su internet<br />

da tempo coordinano la loro presenza come<br />

quelli di Tocqueville, e di Ragion Politica, e tutti<br />

gli autori di siti e dei blog di cultura, informazione,<br />

controinformazione, non omologhi alla<br />

falsa storia che da decenni viene contrabbandata<br />

nelle coscienze degli italiani, si organizzino<br />

per combattere questa battaglia.<br />

(www.gironda.it) - (www.bietti.it)<br />

Luciano Canfora strumentalizza di Pier Ernesto Irmici<br />

Rosa Luxemburg nel pamphlet Junius usava l’espressione<br />

“socialismo o barbarie” per indicare<br />

come unico esito futuro possibile o l’instaurazione<br />

della società socialista o la degenerazione<br />

della comunità umana nel caos.<br />

Luciano Canfora nel suo pamphlet, di recente<br />

pubblicazione, Esportare la libertà. Il mito che ha<br />

fallito (Mondadori ed., Milano 2007, pp.104. Euro<br />

12), sembra sciogliere il dilemma posto dalla<br />

Luxemburg: “Un tempo si disse, e si scrisse, che<br />

l’alternativa al socialismo era ‘la barbarie’. Forse<br />

ci stiamo arrivando” (pag.78). Canfora, che è<br />

un intellettuale comunista orfano dell’Unione so-<br />

vietica, giunge a questa pessimistica conclusione<br />

perché vede ormai un mondo dove trionfa il<br />

capitalismo e il liberalismo e dove l’Occidente ha<br />

come unico antagonista il fondamentalismo islamico.<br />

A Canfora i conti non tornano perché nella sua visione<br />

del mondo avrebbe dovuto vincere il comunismo<br />

sul liberalismo, il blocco sovietico sul<br />

blocco atlantico. <strong>In</strong>vece è avvenuto esattamente<br />

il contrario, e ciò è motivo per Canfora di smarrimento<br />

e di pessimismo, mentre è motivo di ottimismo<br />

per chi oggi vede molti popoli e molti paesi<br />

sottratti al giogo comunista e tornati o quantomeno<br />

avviati alla libertà.

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