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l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à F2i: il parere dell’economista di Francesco Forte Ci sono molte cose che non convincono, in questa esposizione di Vito Gamberale. La prima è che la Cassa Depositi e Prestiti partecipi, con una quota minoritaria, a un Fondo per infrastrutture che, a dispetto della sua denominazione, non ha finalità di preciso interesse pubblico. E che, ad esempio, potrebbe anche investire in case circondariali e di rieducazione, come spiega l’ingegner Gamberane nel prospetto del suo scritto. La Cassa, d’altro canto, con questa attività si porrebbe dei compiti alternativi e concorrenti con quelli istituzionali di finanziamento degli enti locali. Mi domando se ciò non comporti una grave deviazione della Cassa dai suoi compiti istituzionali. Non è un problema di Gamberale. Ma del governo italiano, nella persona del Ministro che sovrintende alla Cassa. La seconda cosa che lascia insoddisfatti riguarda la natura di questo Fondo. Sembrerebbe di capire che è un fondo chiuso. Ma non viene detto. Potrebbe darsi che sia vero il contrario e che le quote di partecipazione ad esso possano aumentare. Sarebbe utile che se ne chiarisse la natura giuridica anche perché vi partecipa lo stato, tramite la Cassa Depositi e Prestiti. 72 La terza osservazione concerne gli obbiettivi del Fondo , che parrebbe impegnato a investire in infrastrutture la estrema nebulosità della nozione di infrastrutture che risulta da questo prospetto. Essa si allarga alle attività più disparate. E non si riesce a comprendere quale sia la ragione di questa mancanza di specializzazione. C’era proprio bisogno di un nuovo fondo a prevalenza bancaria , con la palese sponsorizzazione dello stato e con una sua partecipazione al finanziamento mediante la Cassa Depositi e Prestiti , per gli investimenti in parcheggi e istituti di cura? Perché lo stato deve spendere per cose di competenza privata, associandosi , in minoranza, a privati, che, così, hanno un promotore pubblico dei propri affari? In particolare, quando il Fondo investirà in sfere di competenza o interesse degli enti locali, non ci sarà un imbarazzante privilegio derivante dal fatto che per un comune è difficile dire di no alla Cassa Depositi e Prestiti da cui dipende per tanti propri investimenti? Il Fondo viene presentato come un operatore finanziario a larga base azionaria, in cui nessuno comanda. Ma un rapido calcolo fa capire che in esso vi è un gruppo di controllo costituito da Banca Intesa, da fondazioni
l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à bancarie ad essa collegate e dalla Cassa Depositi e Prestiti di cui è amministratore delegato Alfonso Jozzo l’ex uomo di punta del San Paolo IMI, che ora fa parte del gruppo Intesa San Paolo. Infatti, assieme, Intesa e Cassa Depositi e Presti hanno il 28,6% del Fondo. Se a ciò si somma il 22,9 delle Fondazioni bancarie si raggiunge il 51,5. In sostanza si tratta di una operazione governata da Banca Intesa. Gamberale ha ragiona a dire che in Italia vi è un ruolo per i Fondi di investimento. Ma in una corretta economia di mercato, di questo Fondo lo stato non si dovrebbe impicciare. Dopo di che le banche e le fondazioni bancarie possono investire i loro mezzi nelle iniziative che credono, in concorrenza con altri operatori. Ad esempio anche in Telecom Italia. Ma evidentemente proprio la natura ibrida di questo Fondo e le critiche che ciò ha sollevato hanno indotto Intesa a non adoperarlo per la cordata che sta cercando di mettere insieme per il controllo di Telecom Italia tramite Olimpia. Non mi pare che Gamberale, che ha una eccellente reputazione come manager ci guadagni in questo fritto misto fra nuova economia e vecchio intreccio di politica e affari. 73 Pagine: 180 BIETTI dal 1870 O NOI, O LORO! di Luigi De Marchi Prezzo: euro 12,91 Collana: Caleidoscopio De Marchi anticipa alcuni tratti essenziali di una società autenticamente liberale e ipotizza il vero nuovo scontro «di classe» che è il fulcro della nuova «Rivoluzione Liberale» per il superamento della società assistenziale. Produttori contro burocrati, in una battaglia la cui posta è la scelta tra un futuro progresso civile e l’inevitabile decadenza. L’autore, che è anche consulente della Confindustria, con questo testo apre una polemica che influenzerà visibilmente il dibattito tra liberali e dirigisti nei prossimi anni. PER GLI EMERGENTI AMANTI DELLE SFIDE DEL FUTURO Luigi De Marchi, psicologo, politologo, saggista ed esponente delle battaglie per i diritti civili. Già iniziatore e presidente delle scuole psicologiche di Reich e Lowen in Italia. Attualmente dirige l’Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale. www.bietti.it PER ORDINARE: Visita la libreria virtuale: www.bietti.it oppure www.mediaonlinedelleliberta.it e scegli: ACQUISTA LIBRO sulla scheda libraria PER INFORMAZIONI: Tel. 030-295751
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