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In questo numero - L'IRCOCERVO

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1) la libertà prima dell’uguaglianza,<br />

2) la produzione della ricchezza prima<br />

della sua distribuzione,<br />

3) la responsabilità dei singoli e dei<br />

gruppi prima della regolazione pubblica.<br />

Essi operano infatti per una vera e propria<br />

rivoluzione della responsabilità che<br />

deve riguardare<br />

a) la sfera individuale, affinché ciascuno,<br />

opportunamente attrezzato in termini<br />

di conoscenza, assuma e mantenga il<br />

controllo sulla propria vita;<br />

b) la famiglia, affinché realizzi la sua<br />

funzione naturale di orientamento e accompagnamento<br />

del percorso educativo<br />

dei figli e quella di protezione domiciliare<br />

dei suoi componenti non autosufficienti;<br />

c) l’impresa, affinché persegua obiettivi<br />

di qualità totale in relazione a sé e a tutti<br />

gli interessi che coinvolge;<br />

d) le forme associative, affinché non si<br />

chiudano nella autoreferenzialità delle<br />

loro burocrazie interne ma, in sussidiarietà,<br />

concorrano ad ampliare le opportunità<br />

per le persone e per le imprese;<br />

e) le istituzioni, affinché riconoscano,<br />

ovunque possibile, il primato sussidiario<br />

degli attori sociali e operino secondo un<br />

equilibrio dei poteri di spesa e di entrata.<br />

I riformisti sono così, ancora una volta,<br />

portatori di vitalità e di responsabilità<br />

quanto i loro avversari di pigrizia e di abbandono.<br />

Essi vogliono muovere l’ascensore<br />

sociale quanto i neo-nichilisti<br />

lo tengono bloccato dagli infausti anni<br />

’70. Tocca quindi proprio ai riformisti,<br />

collocati nell’alveo naturale della Casa<br />

delle Libertà, fermare questa deriva perché<br />

più attrezzati dalla dimestichezza<br />

l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />

32<br />

con le dinamiche sociali ed i corpi intermedi.<br />

Il Patto per l’Italia – sottoscritto da tutte<br />

le organizzazioni dei lavoratori e degli<br />

imprenditori tranne la Cgil – fu il risultato<br />

non casuale del paziente lavoro dei riformisti.<br />

È stato poi colpevole non averlo<br />

interamente attuato in quanto non tutti<br />

nel Governo ne capirono la portata di<br />

"blocco sociale" per il cambiamento.<br />

Diventa così particolarmente importante<br />

ora ricostruire quei rapporti intorno ad<br />

un pacchetto di proposte utili a disegnare<br />

il nuovo modello sociale auspicato<br />

dalla Casa delle Libertà.<br />

La Giovane Italia, associazione di riformisti<br />

fondata da Bettino Craxi nel momento<br />

dell’esilio, ha recentemente presentato<br />

nel corso di un grande convegno<br />

a Milano tre linee di riforma che si<br />

sono già tradotte in disegni di legge sui<br />

temi nodali dell’educazione, del lavoro e<br />

della previdenza secondo i termini che<br />

seguono.<br />

A. Oltre la legge Biagi: più tutele<br />

attive, più salari, più produttività<br />

1) Più salari, più produttività: le componenti<br />

variabili del salario, dagli straordinari<br />

ai premi, devono essere incentivate<br />

attraverso una tassazione separata e<br />

definitiva sulla base dell’aliquota media<br />

del precedente biennio ridotta del 50%<br />

in modo da sottrarle alla logica penalizzante<br />

della progressività; in <strong>questo</strong> modo<br />

si favoriscono relazioni industriali<br />

collaborative e non conflittuali, come gli<br />

accordi individuali o collettivi in sede<br />

aziendale con i quali si scambiano gli incrementi<br />

retributivi con la maggiore produttività<br />

derivante dalla flessibilità organizzativa<br />

e dall’impegno a conseguire risultati<br />

in tempi convenuti.

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