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In questo numero - L'IRCOCERVO

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l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />

È evidente che il modello di business<br />

deve essere ripensato alla luce delle<br />

esigenze che emergono dalle nuove<br />

tecnologie.<br />

Conseguenza della riduzione<br />

di investimenti<br />

Il settore delle Telecomunicazioni cui<br />

oggi si fa riferimento per misurare lo<br />

stato di salute del comparto, è quello<br />

degli operatori del servizio di telefonia<br />

(mobile e fissa) e quello emergente<br />

della convergenza tra telecomunicazioni<br />

e media (televisione su internet e<br />

su telefonino). Questo aspetto misura<br />

la quantità di traffico telefonico che<br />

transita attraverso le reti ed il <strong>numero</strong><br />

di utenti che utilizzano il telefono cellulare<br />

o il videofonino.<br />

È totalmente trascurata la voce investimenti<br />

per i servizi e le infrastrutture<br />

che alimentano l’industria produttiva e<br />

le multinazionali che, presenti in Italia,<br />

si avvalgono delle maestranze offerte<br />

dalla piccola media industria italiana.<br />

Questo settore è oramai da anni in<br />

continuo declino a causa della contrazione<br />

della spesa degli operatori. Le<br />

poche multinazionali presenti in Italia<br />

che ancora investono in innovazione e<br />

produzione degli apparati ovvero quella<br />

parte dell’industria che genera occupazione/disoccupazione<br />

ed esporta<br />

verso altri paesi prodotti che contribuiscono<br />

alla crescita o decrescita del<br />

PIL, sta gradualmente, ma inesorabilmente,<br />

concentrando le proprie attività<br />

produttive e di ricerca su paesi che offrono<br />

notevoli vantaggi di costo (Cina,<br />

<strong>In</strong>dia).<br />

Il risultato in Italia è evidente: chiusura<br />

o ridimensionamento di impianti produttivi,<br />

spostamento dei centri di Ri-<br />

77<br />

cerca e Sviluppo, disoccupazione crescente<br />

nel settore.<br />

Un rapporto della Comunità Europea<br />

sulla Banda Larga afferma che le reti<br />

di telecomunicazione ad alta velocità<br />

sono un bene prezioso come le reti<br />

elettriche ed idriche per i paesi in via di<br />

sviluppo. Queste reti contribuiranno allo<br />

sviluppo dei paesi in modo determinante<br />

ed il loro apporto economico al<br />

Prodotto <strong>In</strong>terno Lordo sarà decisivo<br />

per riposizionare i parametri economici<br />

entro i livelli di guardia soprattutto<br />

nei paesi dove debito e PIL sono molto<br />

vicini. I paesi in ritardo non riusciranno<br />

mai a colmare il GAP con i paesi<br />

più avanzati.<br />

Questa è la sfida per il nostro paese<br />

ed il comparto delle telecomunicazioni<br />

è cosi importante per lo sviluppo dell’Italia<br />

che non possiamo più permetterci<br />

il lusso di continuare a frammentare e<br />

privatizzare senza avere come riferimento<br />

un piano di sviluppo delle infrastrutture<br />

del nostro paese.<br />

*Luigi De Vecchis<br />

Presidente Gruppo Telecomunicazione<br />

ANIE - Confindustria

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