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parve comunque un buon pretesto, o il<br />
migliore possibile da esibire, per ritirarsi<br />
all’opposizione, anche in vista delle elezioni<br />
politiche fissate per il il 3-4 giugno<br />
1979, seguite una settimana dopo da<br />
quelle europee.<br />
Il risultato delle elezioni politiche segnarono<br />
il primo sostanzioso passo indietro<br />
rispetto all’avanzata costante delle liste<br />
comuniste nell’intero dopoguerra repubblicano.<br />
Il Pci perdette 4 punti percentuali,<br />
passando alle “politiche” dal 34,4 al<br />
30,4%. L’impressione politica suscitata<br />
da un risultato elettorale che pure non risultava<br />
rovinoso, fu quella di un colpo<br />
d’arresto nei confronti di una strategia,<br />
quella del “compromesso storico” sulla<br />
quale il Pci di Berlinguer aveva impostato<br />
decisamente il decennio degli anni<br />
’70. Alle successive elezioni europee del<br />
10-11 giugno 1979 il Pci arretrò ancora,<br />
sia pure di poco, fermandosi al 29,9 per<br />
cento, un soffio sotto la soglia del 30.<br />
I voti ottenuti dal Pci, beninteso, non erano<br />
pochi ma apparvero, ancora più che<br />
negli anni e nei mesi precedenti, difficilmente<br />
spendibili in termini di governo.<br />
Nel frattempo era ripresa la collaborazione<br />
della Dc col Psici e con i partiti laici.<br />
La sconfitta era a <strong>questo</strong> punto chiara, e<br />
ad essa Berlinguer reagì con con l’arroccamento<br />
all’opposizione, motivato in seguito<br />
da pregiudiziali basate non più sulle<br />
affinità o diversità delle alleanze e dei<br />
programmi, ma sulla “diversità” rispetto<br />
alla questione morale fra le diverse forze<br />
politiche. <strong>In</strong>somma, Berlinguer, e con lui<br />
tutto il partito, preferirono scavare una<br />
barriera di difformità etiche, supponenti<br />
da parte comunista una superiorità intellettuale,<br />
antropologica, morale, che Pasolini<br />
aveva sintetizzato qualche anno<br />
l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />
96<br />
prima, in uno dei suoi “scritti corsari” sul<br />
Corriere nella formula «un partito pulito<br />
in un Paese sporco, un paese sano in un<br />
Paese malato...».<br />
La “questione morale” fu la barriera, elevata<br />
dopo le sconfitte elettorali del 1979,<br />
e dopo l’uscita dalla maggioranza di governo,<br />
una barriera che assunse come<br />
pretesto le prime polemiche nate dopo il<br />
rovinoso terremoto in Campania e Basilicata<br />
del 1980, e a seguito delle polemiche<br />
scoppiate subito dopo a proposito<br />
delle azioni di soccorso alle popolazioni<br />
terremotate giudicato frettolosamente<br />
come insufficienti e anzi viziate dal malaffare.<br />
E fu proprio durante un viaggio nelle regioni<br />
colpite dal sisma che Enrico Berlinguer<br />
scatenò la sua offensiva. Il segretario<br />
del Pci illustrò anzi la politica dell’alternativa<br />
democratica consistente in un<br />
concreto distacco dalla precedente strategia<br />
del compromesso storico all’indomani<br />
del terremoto con un discorso a<br />
Salerno che dette vita alla retorica di una<br />
Salerno Due. Si faceva riferimento alla<br />
strategia dettata nel lontano 1944, e<br />
sempre nella città campana, da Togliatti,<br />
tornato appena dall’Urss. La relazione<br />
fra i due eventi, assai vaga, tutta politica<br />
quella di decenni prima, tutta diversa<br />
quella del presente, servì a conferire all’evento<br />
un significato storico tutt’altro<br />
che occasionale e passeggero.<br />
La politica suggerita dalla “questione<br />
morale “ e dalla diversità comunista avrà<br />
un esito disastroso nei confronti del rapporto<br />
col Psi di Craxi, contro il quale in<br />
primo luogo verrà agitata chiudendo la<br />
possibilità, aperta dal riconosciuto fallimento<br />
del compromesso storico, di perseguire<br />
l’alternativa di sinistra che pure<br />
poteva contare ancora, in Parlamento,