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In questo numero - L'IRCOCERVO

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soluto di reclutare informatori che appartenevano<br />

al Partito comunista italiano e credo<br />

che <strong>questo</strong> sia un elemento per molti<br />

aspetti confermato da molte ricerche.<br />

Per tutto il tempo in cui ho lavorato per la<br />

Commissione sul dossier Mitrokhin, il<br />

mio ruolo è stato malinconicamente quello<br />

di chi riceve, scorre, studia e, quando<br />

li ritiene importanti, versa all’archivio della<br />

Commissione i più significativi materiali<br />

che gli sono stati imbanditi da altri.<br />

Di questi oscuri e spesso solerti funzionari<br />

(del Gabinetto del ministro dell’<strong>In</strong>terno<br />

o delle Prefetture e delle Questure,<br />

della Presidenza del Consiglio dei ministri<br />

o del Ministero della Difesa) non conoscevamo<br />

i criteri, i metodi di scelta<br />

adottati nel selezionare le carte che ci venivano<br />

offerte. Ho provato, quindi, una<br />

doppia illusione sulla ricostruzione della<br />

realtà storica che mi era stata richiesta<br />

dal Parlamento.<br />

Non avendo mai potuto attingere, anche<br />

solo con un epidermico contatto, ai faldoni,<br />

agli scaffali o agli armadi, la nozione di<br />

prova, importante tanto per giudicare<br />

quanto per comprendere, mi è stata per<br />

così dire rapita.<br />

È forse uno degli ultimi esempi dell’impoverimento<br />

fino alla morte della fisionomia<br />

giudiziaria assunto dalla storiografia politica<br />

tra il XIX e il l’inizio del XX secolo.<br />

Probabilmente per questa consapevolezza<br />

le testimonianze, le prove, i documenti<br />

sono percepiti come un’arte per persuadere,<br />

una tecnica retorica, un’argomentazione<br />

valida per i tribunali.<br />

Si è progressivamente persa per strada o<br />

paurosamente appannata una virtù antica.<br />

Si chiamava dovere professionale<br />

per l’imparzialità, l’ambizione di essere<br />

“un giudice supremo e imperturbabile”, di<br />

ergersi al di sopra delle contese diventando<br />

”un tribunale riconosciuto”, secon-<br />

l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />

114<br />

do i savi e bellicosi propositi confessati<br />

nell’Ottocento da H. Taine e Lord Acton.<br />

Tutto ciò ha ceduto il passo alla banalizzazione<br />

dei documenti rispetto alla passione<br />

politica propria del Procuratore della<br />

Repubblica o alla requisitoria dell’avvocato<br />

difensore. La storiografia politica,<br />

intinta di positivismo di questa temperie<br />

storica, si misura con la corruzione e con<br />

la responsabilità che nel clima del processo<br />

alla Rivoluzione francese si incarnano<br />

in Danton e Robespierre.<br />

Sul controllo delle fonti<br />

<strong>In</strong> secondo luogo, non sempre il consulente<br />

ha potuto lavorare rispettando il<br />

principio scientifico del controllo delle<br />

fonti, che muove dalla necessità di una<br />

loro moltiplicazione e finale comparazione.<br />

Attraverso un esame incrociato<br />

occorre verificare se la stessa notizia o<br />

informazione sia stata rilevata, con procedure<br />

e personale autonomi, in luoghi<br />

diversi.<br />

La molteplicità dei sintomi, delle tracce, e<br />

la sintonia delle fonti, in altre parole il<br />

contesto, per lo storico costituiscono la<br />

misura della loro attendibilità, se non proprio<br />

della loro veridicità. Non dovendo,<br />

come fa il giudice, irrogare anni di pena o<br />

emettere un verdetto di innocenza, è<br />

sempre sembrato sufficiente.<br />

Un esempio consente di capire meglio<br />

quanto sto dicendo, e cercai di far capire<br />

alla volatile e inafferrabile Commissione<br />

sul dossier Mitrokhin.<br />

Spesso confidenti (occasionali o istituzionali)<br />

o agenti dei Servizi segreti segnalano<br />

a <strong>questo</strong>ri e prefetti l’esistenza di liste<br />

di persone appartenenti all’organizzazione<br />

militare clandestina costituita dal Pci<br />

dopo la guerra di liberazione.<br />

È la trama di uno o più complotti, di processi<br />

di manipolazione della democrazia

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