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la Guardia di Finanza, la Nato ecc.) e in<br />
particolare al Comando dell’Arma dei Carabinieri.<br />
Diversi sono i modi di lavorare, le tradizioni,<br />
il rispetto che ognuno di essi ha<br />
nell’opinione pubblica, e quindi l’attendibilità<br />
di cui godono.<br />
Poliziotti e Carabinieri<br />
I poliziotti si limitano a una registrazione<br />
notarile, proiettata nel tempo e nello spazio,<br />
delle persone e delle azioni. <strong>In</strong>formano<br />
anzitutto su chi siano i membri di<br />
un’organizzazione o di un gruppo, chi<br />
hanno visto, dove sono avvenuti gli incontri,<br />
su quali mezzi e a quali ore si siano<br />
effettuati i viaggi e gli spostamenti<br />
ecc..<br />
Anche se è vero che progressivamente,<br />
soprattutto con la costituzione della polizia<br />
politica del regime fascista (l’Ovra) e<br />
la maggiore razionalizzazione delle forze<br />
del controspionaggio e dell’intelligence, il<br />
corpo del Ministero dell’<strong>In</strong>terno addetto<br />
alla prevenzione ha affinato le proprie<br />
competenze e i campi di intervento, tradizionalmente<br />
sono stati i carabinieri a riferire<br />
sia sulla trama delle azioni portate a<br />
termine sia sulle intenzioni politiche da<br />
cui i comunisti (o gli anarchici ecc.) sarebbero<br />
stati animati.<br />
Questa suddivisione del campo di intervento<br />
è diventata assai labile dal momento<br />
che polizia e carabinieri assolvono<br />
entrambi a compiti di polizia giudiziaria.<br />
Alla fine ad entrambi spetta accertare se,<br />
e quando, tale organizzazione comunista<br />
o anarchica o terroristica in armi ha mai<br />
sparato, cioè abbia fatto esercitazioni o<br />
addestramenti in boschi, parchi, montagne,<br />
luoghi pubblici o privati.<br />
Pertanto, anche se è indubbia l’utilità delle<br />
fonti di polizia per ricostruire la cornice<br />
dei fatti, resta incerta la convenienza di<br />
l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />
118<br />
ricorrere ad esse “per interpretare il quadro<br />
esistente entro tale cornice”.<br />
L’esistenza (e la stessa valutazione della<br />
pericolosità) di una banda armata si può<br />
rilevare, invece, almeno in parte, dalle relazioni<br />
dei comandanti delle tenenze dei<br />
Carabinieri e da quelle dei comandanti<br />
delle singole regioni e soprattutto, quando<br />
il pericolo è consistente, dallo Stato<br />
maggiore della Difesa.<br />
Si tratta di archivi che sino a <strong>questo</strong> momento<br />
hanno una caratteristica originale,<br />
forse unica. Risultano inaccessibili. Ovviamente<br />
anche a me, che ne ho fatto<br />
esplicita richiesta, quando alle testa di<br />
questi ministeri c’erano sia esponenti del<br />
centro-destra sia, successivamente, del<br />
centro-sinistra.<br />
Esiste non una norma, ma semplicemente<br />
una prassi che impedisce in maniera<br />
quasi assoluta la consultazione<br />
dell’archivio storico dell’Arma. È bene ripetere<br />
che ciò avviene in plateale contrasto<br />
con la legislazione vigente sul trattamento<br />
degli archivi di altri corpi e istituzioni<br />
statali.<br />
Sarebbe, pertanto, opportuno che il ministro<br />
della Difesa on. Arturo Parisi facesse<br />
un passo formale sul nuovo comandante,<br />
gen. Gianfranco Siazzu, perché<br />
si ponga fine a un andazzo fondato<br />
sulla pura discrezionalità da parte dei<br />
suoi predecessori.<br />
Questa semplice, ma indispensabile trafila<br />
esige un’analisi incrociata tra le informazioni<br />
raccolte dai <strong>questo</strong>ri, cioè il Ministero<br />
dell’<strong>In</strong>terno, il Ministero delle Finanze<br />
e il Ministero della Difesa. Da quest’ultimo<br />
dipende il corpo dei carabinieri e<br />
degli agenti dell’intelligence.<br />
Non meno che agli inquisitori dei tribunali<br />
periferici della Santa <strong>In</strong>quisizione sui<br />
processi di stregoneria celebrati in Europa<br />
tra Quattrocento e Seicento, ai consu-