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potere e di disegni al servizio di antiche<br />
frequentazioni.<br />
Ma chi è Giovanni Bazoli? È un fervente<br />
cattolico. La sua famiglia ha dato alla Chiesa<br />
un papa importante. Ma <strong>questo</strong> non basta<br />
a rievocare l’antico conflitto tra una finanza<br />
laica schierata contro la mano terrena<br />
del Signore. All’origine della sua resistibile<br />
ascesa sono, soprattutto, fatti e misfatti<br />
più antichi. Giovanni Bazoli divenne banchiere<br />
per grazia ricevuta. Con un incarico<br />
provvisorio che doveva durare sei mesi. E<br />
che invece si è trasformato in una carriera<br />
di lungo corso che non trova riscontro, salvo<br />
forse il caso di Cesare Geronzi, nell’Olimpo<br />
finanziario italiano. Il tempo della sua<br />
iniziazione avvenne quando Mino Martinazzoli<br />
era ancora segretario della Dc. Ma<br />
la trasformazione del giovane docente di<br />
diritto amministrativo all’Università Cattolica<br />
di Milano in banchiere fu opera di Beniamino<br />
Andreatta. Il Banco Ambrosiano di<br />
Roberto Calvi era naufragato sotto il peso<br />
di una delle pagine più oscure della storia<br />
italiana. Ci voleva un uomo che fosse in<br />
grado di estrarlo dalle ceneri, rilanciandone<br />
immagine e funzione.<br />
Giovanni Bazoli fece qualcosa di più. Avviò<br />
un processo di aggregazione, dal passo<br />
felpato, che trasformò nel tempo il vecchio<br />
istituto fino a farlo diventare la più forte<br />
banca italiana. <strong>In</strong>iziò dalla Cattolica del Veneto,<br />
dalla cui annessione nacque l’Ambrosiano<br />
Veneto. Quindi con la Cariplo per<br />
giungere infine all’incorporazione della Comit:<br />
quella ch’era una volta il tempio della<br />
finanza laica. La banca fondata da Giuseppe<br />
Toeplitz, nella cui cassaforte Raffaele<br />
Mattioli aveva conservato i quaderni<br />
del carcere di Antonio Gramsci. Istituto importante<br />
nella storia italiana. Traghettando<br />
nel Bel Paese l’esperienza tedesca, aveva,<br />
agli inizi del ’900, contribuito alla prima<br />
l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />
64<br />
industrializzazione italiana, partecipando<br />
direttamente al capitale di molte industrie,<br />
allora nascenti. Tentazione destinata oggi<br />
a riaffiorare. Banca <strong>In</strong>tesa fu la risultante di<br />
<strong>questo</strong> processo. La scelta del nome: la<br />
sintesi di un progetto politico all’insegna di<br />
una procedura condivisa da tutti i protagonisti.<br />
Nessuna scalata ostile, quindi, ma<br />
continua ricerca del consenso. Un distillato<br />
della grande scuola democristiana dei<br />
suoi momenti migliori.<br />
San Paolo <strong>In</strong>tesa non fu altro che lo sviluppo<br />
ulteriore di questa stessa logica, all’origine<br />
della quale vi era la pazienza di<br />
una tessitura, ma anche il riflesso dei cambiamenti<br />
intervenuti negli equilibri economici<br />
del Paese. L’asse che si era, nel frattempo,<br />
formato nel triangolo tra Brescia,<br />
Milano e Torino. Brescia era anche la città<br />
dei “capitani coraggiosi”, dove si erano formati<br />
ed operavano uomini come Roberto<br />
Colaninno ed Emilio Gnutti. Non necessariamente<br />
amici. Figli comunque di una<br />
stessa epoca e dell’incubazione derivata<br />
dalla presenza di Olivetti, nel momento più<br />
bello della sua storia. Cercheranno, senza<br />
riuscirci, di dare nuova linfa ad un capitalismo<br />
italiano avviato sulla via del tramonto.<br />
Se questa è la storia di Giovanni Bazoli, riesce<br />
difficile pensare ad un suo rapporto<br />
subalterno con la politica. Esso è semmai<br />
paritario, se non addirittura rovesciato. Come<br />
avviene del resto per tutto l’establishment<br />
italiano. La leggenda di un Bazoli militante<br />
nasce dai suoi contrasti: prima con<br />
Enrico Cuccia, poi con Silvio Berlusconi.<br />
Ma la sua presenza sulla scena finanziaria<br />
italiana, come abbiamo, già detto è di più<br />
antica data. Uomo della Prima Repubblica,<br />
che la Seconda ha reso ancora più forte e<br />
potente: ponendolo al centro di un reticolo<br />
di rapporti, che lo rendono, indubbiamente,<br />
uno dei protagonisti della vita finanziaria<br />
italiana. E non solo.