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l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />
2001 (metà ’96, metà 2001) e 2001-2006<br />
(seconda metà 2001, prima metà 2006),<br />
ossia i due periodi caratterizzati in Italia rispettivamente<br />
dai governi di centro-sinistra<br />
e dai governi di centro-destra. Alcuni<br />
dati in merito:<br />
1996 - 2001<br />
• il tasso di crescita medio dell’economia è<br />
stato di poco superiore al 2% nel quinquennio,<br />
in linea con la crescita europea,<br />
ma comunque con una tendenza alla minor<br />
crescita rispetto alla media UE di circa<br />
il 25-30%: il tasso di crescita medio europeo<br />
nello stesso periodo era, quindi, del<br />
25-30% superiore a quello dell’intero periodo<br />
in Italia;<br />
• il lascito di finanza pubblica del governo<br />
di centro-sinistra nel periodo considerato è<br />
stato del 3,1% in termini di deficit/Pil, e con<br />
un rapporto debito/Pil al 110,9%;<br />
• l’avanzo primario lasciato in eredità dal<br />
governo di centro-sinistra al governo di<br />
centro-destra è stato del 3,2%, dopo aver<br />
ricevuto in eredità un avanzo primario di oltre<br />
il 6% (del 6,6% nel 1997);<br />
• il tasso di inflazione medio nel periodo è<br />
stato superiore al 2,3%;<br />
• è stato creato 1.000.000 di nuovi posti di<br />
lavoro (su spinta del pacchetto Treu);<br />
• la pressione fiscale lasciata in eredità è<br />
stata del 41,3%.<br />
2001-2006<br />
• Tasso di crescita medio dello 0,7% (cioè<br />
un terzo del tasso di crescita medio del<br />
quinquennio precedente), dovuto anch’esso<br />
a ragioni esogene internazionali. Considerata<br />
la media UE, il differenziale è tra<br />
mezzo punto e due terzi di punto (in termini<br />
percentuali) e quindi accentuato rispetto<br />
al quinquennio di centro-sinistra, ma <strong>questo</strong><br />
non vale in termini assoluti;<br />
• il tasso di inflazione è stato leggermente<br />
51<br />
più basso rispetto al quinquennio precedente,<br />
cioè circa del 2%-2,2%;<br />
• il rapporto deficit/Pil nel 2006, al netto<br />
delle una tantum, sia peggiorative che migliorative,<br />
è stato del 2,4%;<br />
• l’avanzo primario che si è pressoché azzerato<br />
nel 2005 (0,2%), nel 2006 è salito<br />
all’1,5%, mentre le prime previsioni per il<br />
2007 vedono <strong>questo</strong> dato in controtendenza<br />
salire al 2,6%;<br />
• creazione di nuovi posti di lavoro circa<br />
2.000.000;<br />
• la pressione fiscale lasciata in eredità dal<br />
centro-destra nel 2005 è stata del 40,6%,<br />
ed è passata nel 2006 al 42,3 per effetto<br />
dell’allargamento della base impositiva pur<br />
senza ritoccare al rialzo le aliquote fiscali.<br />
Quali considerazioni trarre da questa semplice<br />
comparazione brutale, schematica e<br />
semplificatoria?<br />
Il centro-sinistra ha potuto usufruire di un<br />
tasso di crescita medio triplo (soprattutto<br />
per ragioni esogene) di quello del centrodestra.<br />
Nonostante <strong>questo</strong> tasso di crescita<br />
medio triplo, rispetto al periodo successivo,<br />
il centro-sinistra negli anni 1996-2001 si è<br />
mangiato almeno metà dell’avanzo primario<br />
lasciato in eredità dal governo precedente.<br />
La spesa corrente rispetto al Pil è rimasta<br />
sostanzialmente costante, mentre la finanza<br />
pubblica lasciata in eredità dal centrosinistra<br />
nel 2001 al governo susseguente<br />
(governo Berlusconi) era in leggero sfondamento<br />
rispetto ai parametri di Maastricht<br />
(3,1%). Per quanto riguarda l’abbassamento<br />
del rapporto debito/Pil (nel 2006 al<br />
106,8%), durante il quinquennio di centrosinistra<br />
non si erano fatti sostanziali progressi.<br />
Di contro, il governo di centro-destra ha<br />
dovuto scontare una crescita media del<br />
periodo molto più bassa del periodo precedente.<br />
Tuttavia, in <strong>questo</strong> stesso periodo<br />
il centro-destra ha diminuito la pressione fi