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In questo numero - L'IRCOCERVO

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La nuova comunicazione<br />

l a r i v i s t a d e l l e l i b e r t à<br />

Stampa on line, la rivoluzione<br />

del terzo millennio di Gianluigi Da Rold<br />

La tendenza è ormai radicata, si potrebbe definire<br />

inarrestabile. Ed è quella di un passaggio<br />

epocale alla comunicazione via internet, on line,<br />

da quella della stampa tradizionale. Possiamo<br />

cogliere uno degli ultimi segnali più clamorosi<br />

nella rivista “Life”, un mito che non si troverà<br />

più in edicola ma on line. Oppure nella “fuga”<br />

degli editorialisti americani più prestigiosi di<br />

“The New York Times” o di “The Washington<br />

Post” che interagiscono ormai, in tempo, con il<br />

pubblico in “The politico”. Oppure ancora nelle<br />

grandi manovre finanziarie del “re delle comunicazioni”,<br />

Rupert Murdoch che fa offerte da<br />

capogiro per “The Wall Street Journal” e probabilmente<br />

anche per “Reuters”.<br />

È la rivoluzione annunciata, il mondo del “Terzo<br />

millennio” che irrompe sulla scena della comunicazione<br />

in tempo reale e che sconvolgerà la<br />

vita sociale, economica, finanziaria e con tutta<br />

probabilità anche la vita politica. Da anni i grandi<br />

giornali americani perdevano milioni copie e<br />

si allargava la fascia di comunicatori via internet.<br />

La stessa pubblicità, uno dei motori della<br />

comunicazione e un fattore determinante di bilancio<br />

delle imprese editoriali, si trasferisce<br />

sempre di più su internet. <strong>In</strong> Europa si notava la<br />

stessa tendenza; in Italia, come al solito, si<br />

dormiva, pubblicando e vendendo lo stesso <strong>numero</strong><br />

di quotidiani come nel 1939, moltiplicando<br />

una serie di “magazines” di intrattenimento<br />

leggero e soprattutto senza pensare a quello<br />

che in breve tempo sarebbe capitato.<br />

Non passeranno molti anni neppure nel Belpaese<br />

quando, per la sinergia tra telefono e<br />

monitor, con una sofisticata tecnologia che<br />

sfrutta le onde radio, qualsiasi cittadino italiano<br />

potrà arrivare in qualsiasi parte del mondo, in<br />

qualsiasi luogo, aprire il suo computer e aprire<br />

una “finestra sul mondo”, attraverso immagini e<br />

parole, interagendo in pochi minuti, trasferendovi<br />

direttamente le sue telefonate in entrata e<br />

in uscita. La grande rivoluzione del Terzo mil-<br />

125<br />

lennio deve far ripensare tutto il mondo della<br />

comunicazione e in fondo, il dossier Telecom di<br />

queste settimane, non è che l’antipasto di un<br />

autentico terremoto nel mondo dell’informazione<br />

anche in Italia.<br />

Quasi tutti i quotidiani italiani hanno oggi un sito<br />

dove si può trovare un aggiornamento sintetico<br />

delle notizie. Ma è una “goccia nell’oceano”<br />

rispetto alle necessità di un uomo politico o di<br />

un uomo di affari, ma anche di un semplice cittadino.<br />

Sono nate anche nuove esperienze,<br />

con siti più o meno riusciti. Si pensi a “Dagospia”<br />

che rappresenta un “giornale” on line di<br />

aggiornamento tra i più completi di notizie e di<br />

gossip finanziari e politici. Il paradosso è tale<br />

che soltanto un anno fa, nel panorama di tutta<br />

l’editoria italiana, l’unico riconoscimento internazionale<br />

di valore giornalistico è arrivato proprio<br />

al direttore di “Dagospia”, Roberto D’Agostino.<br />

Ma “Dagospia”, in un futuro non tanto remoto,<br />

può rappresentare solo un battistrada in<br />

<strong>questo</strong> nuovo mondo della comunicazione. Chi<br />

scrive queste note, da tre anni collabora con “Il<br />

Velino”, un’agenzia che si è meritata il riconoscimento<br />

di “interesse nazionale”, ma che vuole<br />

essere il prototipo di un giornale on line, che<br />

cura particolarmente il mondo delle aziende italiane,<br />

il mercato finanziario internazionale, la<br />

grande diplomazia europea e la politica italiana.<br />

Siamo ancora su “numeri bassi”, tra lettori<br />

sistematici e i cosiddetti contatti. Ma la potenziale<br />

platea è enorme già adesso, destinata ad<br />

ampliarsi e a sconvolgere i tradizionali canali di<br />

informazione.<br />

Il problema vero è quello dell’interazione (il botta<br />

e risposta tra chi lancia una notizia a e chi<br />

desidera rispondere), che in Italia è ancora trascurato,<br />

e il sistematico aggiornamento che richiede<br />

una copertura giornalistica di 24 ore al<br />

giorno. Quindi il problema è quello di immaginare<br />

nuove imprese editoriali, con sinergie<br />

sempre più raffinate e magari con un terminale

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