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LA PROSSIMA VOLTA, IL MERCATO<br />
tratta di creazione di domanda aggiuntiva finanziaria, cioè di rendita<br />
finanziaria, come dimostra la ripresa dei mercati borsistici a partire da<br />
marzo del 2009. Una ripresa, quella della finanza, che solo in parte risolve<br />
i problemi dell’uscita dalla grande recessione, nel senso che di per sé<br />
non è sufficiente a innescare la crescita della domanda complessiva<br />
necessaria a ridar fiato all’economia reale. Quest’ultima, di fatto, stenta a<br />
riprendersi, gli investimenti d’impresa sono bloccati, e la disoccupazione<br />
e la povertà non cessano d’aumentare.<br />
Communitas: È sufficiente puntare il dito contro la finanza creativa, i prestiti<br />
subprime e i bonus ai manager delle banche o le cause che hanno innescato<br />
la crisi sono altre?<br />
Marazzi: No, non è sufficiente, perché la finanza creativa, i subprime, gli<br />
stessi bonus scandalosi ai manager sono parte di un meccanismo (di una<br />
logica) capitalistico in cui il problema fondamentale è non solo la produzione<br />
di valore o, meglio, di plusvalore, ma anche la sua realizzazione,<br />
cioè la vendita dei beni e servizi contenenti questo plusvalore. La creazione<br />
di rendite finanziarie nel corso degli ultimi trent’anni ha senza<br />
dubbio permesso di accrescere il consumo (e quindi la vendita) del plusvalore<br />
prodotto. Abbiamo cioè assistito ad una sorta di “divenire rendita<br />
del profitto”, cioè di aumento dei profitti a mezzo di finanziarizzazione,<br />
come abbiamo assistito ad un aumento del redditi non salariali a<br />
mezzo di indebitamento privato delle famiglie (si pensi solo alle carte di<br />
credito, ma anche al debito ipotecario). A partire dai primi anni 80 c’è<br />
stato uno sviluppo a forbice tra profitti e accumulazione, dove accumulazione<br />
significa reinvestimento degli utili in processi produttivi (in<br />
macchinari e in creazione di posti di lavoro). I profitti sono cresciuti<br />
costantemente, ma l’accumulazione di capitale è rimasta piatta, stagnante.<br />
Questa forbice si spiega in più modi: i profitti sono cresciuti, in primo<br />
luogo, perché i salari sono rimasti fermi al palo grazie ai processi di flessibilizzazione<br />
del lavoro e alle politiche di outsourcing (esternalizzazione<br />
e delocalizzazione industriale) nei Paesi emergenti a basso costo del<br />
lavoro. Ma questa stessa forbice si spiega alla luce di nuove strategie<br />
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