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11a2013_communitas 5.. - CHERSI/libri

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MARCO REVELLI<br />

Welfare State. E presentare ciò come l’asse portante di quel neo-comunitarismo<br />

– traduzione nazionale del “conservatorismo compassionevole”<br />

anglosassone – di cui lui stesso, e il suo collega Giulio Tremonti, si<br />

considerano gli esponenti di punta in Italia e di cui il motto «meno<br />

Pubblica Amministrazione più Comunità» è la bandiera. Il dono – insistette<br />

allora il ministro – permetterebbe la personalizzazione del rapporto,<br />

al contrario delle politiche pubbliche, burocraticamente impersonali.<br />

Ripristinerebbe una corrente “calda”, necessaria per vincere la solitudine,<br />

principale e vera forma e radice della povertà. Valorizzerebbe la “relazionalità”,<br />

che rappresenta la vera assenza e carenza di ogni intervento<br />

“pubblico”.<br />

Che cosa implichi, in termini generali, questo discorso è evidente.<br />

Riproduce in lingua italiana quanto Marvin Olasky propose, dieci anni<br />

fa, in quel “breve corso” della militanza neocons americana che è<br />

Compassionate conservatism (entusiasticamente prefato da George<br />

W.Bush): la Fede invece del diritto, la Benevolenza invece della giustizia<br />

sociale, la Munificenza invece dell’eguaglianza. In sintesi: la riproposizione<br />

in chiave etico-politica del valore sociale della diseguaglianza. O se si<br />

preferisce, il riscatto della diseguaglianza sociale come potenziale principio<br />

di virtù morale e civica. Queste sono le implicazioni generali di<br />

quell’approccio, e altre ancora, altrettanto impegnative. Ma a me sta a<br />

cuore, qui, approfondire un punto particolare del “neo-comunitarismo”<br />

italiano, quella riaffermata centralità del dono che piace così tanto al<br />

nostro ministro dell’(ex)Welfare.<br />

Mi sta a cuore perché sono stato a lungo tra quelli che – sulla scia<br />

degli anti utilitaristi francesi, di Alain Caillé, di Jacques Godbout, di<br />

Serge Latouche, del nostro caro amico, purtroppo scomparso, Alfredo<br />

Salsano, e facendo propri gli insegnamenti di Carl Polany – hanno fortemente<br />

valorizzato lo “spirito del dono” come ingrediente fondamenta-<br />

11 Si tratta della “II Conferenza nazionale sull’associazionismo sociale”, tenutasi a Roma giovedì<br />

15 luglio 2010. In quell’occasione il ministro Sacconi aggiunse: «Serve meno Stato e<br />

più società, meno pubblica amministrazione e più comunità».<br />

COMMUNITAS 55 - KRISIS • 33

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