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MARCO REVELLI<br />
Welfare State. E presentare ciò come l’asse portante di quel neo-comunitarismo<br />
– traduzione nazionale del “conservatorismo compassionevole”<br />
anglosassone – di cui lui stesso, e il suo collega Giulio Tremonti, si<br />
considerano gli esponenti di punta in Italia e di cui il motto «meno<br />
Pubblica Amministrazione più Comunità» è la bandiera. Il dono – insistette<br />
allora il ministro – permetterebbe la personalizzazione del rapporto,<br />
al contrario delle politiche pubbliche, burocraticamente impersonali.<br />
Ripristinerebbe una corrente “calda”, necessaria per vincere la solitudine,<br />
principale e vera forma e radice della povertà. Valorizzerebbe la “relazionalità”,<br />
che rappresenta la vera assenza e carenza di ogni intervento<br />
“pubblico”.<br />
Che cosa implichi, in termini generali, questo discorso è evidente.<br />
Riproduce in lingua italiana quanto Marvin Olasky propose, dieci anni<br />
fa, in quel “breve corso” della militanza neocons americana che è<br />
Compassionate conservatism (entusiasticamente prefato da George<br />
W.Bush): la Fede invece del diritto, la Benevolenza invece della giustizia<br />
sociale, la Munificenza invece dell’eguaglianza. In sintesi: la riproposizione<br />
in chiave etico-politica del valore sociale della diseguaglianza. O se si<br />
preferisce, il riscatto della diseguaglianza sociale come potenziale principio<br />
di virtù morale e civica. Queste sono le implicazioni generali di<br />
quell’approccio, e altre ancora, altrettanto impegnative. Ma a me sta a<br />
cuore, qui, approfondire un punto particolare del “neo-comunitarismo”<br />
italiano, quella riaffermata centralità del dono che piace così tanto al<br />
nostro ministro dell’(ex)Welfare.<br />
Mi sta a cuore perché sono stato a lungo tra quelli che – sulla scia<br />
degli anti utilitaristi francesi, di Alain Caillé, di Jacques Godbout, di<br />
Serge Latouche, del nostro caro amico, purtroppo scomparso, Alfredo<br />
Salsano, e facendo propri gli insegnamenti di Carl Polany – hanno fortemente<br />
valorizzato lo “spirito del dono” come ingrediente fondamenta-<br />
11 Si tratta della “II Conferenza nazionale sull’associazionismo sociale”, tenutasi a Roma giovedì<br />
15 luglio 2010. In quell’occasione il ministro Sacconi aggiunse: «Serve meno Stato e<br />
più società, meno pubblica amministrazione e più comunità».<br />
COMMUNITAS 55 - KRISIS • 33