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DANIEL RIGNEY<br />
cessi – nella vita sociale e che la nostra inconsapevolezza, o peggio il<br />
rifiuto a comprenderli e a vederli (spesso perché non ci conviene<br />
vederli), non per questo li fa scomparire.<br />
Communitas: Come farli scomparire, allora?<br />
Rigney: Mi piacerebbe avere una buona risposta, ma non ce l’ho.<br />
Posso però rifarmi a quanto afferma il premio Nobel per<br />
l’Economia, Paul Krugman. Krugman sostiene che la disoccupazione<br />
e la polarizzazione delle ineguaglianze sono, in ultima analisi, un<br />
problema più preoccupante che debiti e deficit, nonostante l’isteria<br />
politica in senso contrario, e che solo gli investimenti pubblici consistenti<br />
in settori quali le infrastrutture, le tecnologie pulite, l’istruzione,<br />
la ricerca e l’ambiente sono in grado di stimolare la domanda<br />
aggregata necessaria per sostenere a lungo termine la crescita economica,<br />
sia negli Stati Uniti che all’estero, e per creare una società a<br />
somma positiva. Ma naturalmente le attuali preoccupazioni sul debito<br />
rendono questo consiglio difficile da dispensare... La mia sfera di<br />
cristallo è appannata, ma in genere provo diffidenza per le forme di<br />
nazionalismo come quelle espresse dal movimento del Tea Party, che<br />
sembrano esprimere una disperata nostalgia per la semplicità relativa<br />
di un passato nazionale mezzo immaginario, e finiscono col negare<br />
la necessità di formulare approcci internazionali a problemi internazionali<br />
come il cambiamento climatico e la prevenzione delle epidemie<br />
in tutto il mondo. Tali movimenti reazionari costruiscono<br />
muri tra le nazioni in un momento in cui abbiamo invece bisogno di<br />
un migliore coordinamento attraverso i confini nazionali per affrontare<br />
questioni globali. Penso ai progetti delle Nazioni Unite ma<br />
anche al lavoro di ong nazionali e internazionali... Siamo vittime di<br />
una complexiphobia, una paura di ciò che è complesso. Ossia di una<br />
reazione comprensibile dinanzi ad eventi spaventosi che ci assalgono<br />
in un mondo sempre iperconnesso e ipercomplesso, ma al tempo<br />
stesso di una insostenibile, se non delirante, risposta ai problemi che<br />
ci riportano alla realtà del XXI secolo. Pensare che la realtà sia sem-<br />
COMMUNITAS 55 - KRISIS • 57