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11a2013_communitas 5.. - CHERSI/libri

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MAUrO MAgATTI<br />

radicamento locale. In questo modo, queste imprese sono un’appassionante<br />

riedizione del “genio italiano”.<br />

Il problema è che questa nuova popolazione imprenditoriale non<br />

è stata fino ad oggi capace di esercitare un’egemonia culturale e politica<br />

né sulla classe imprenditoriale né sul Paese. Il che ha come conseguenza<br />

non solo un certo isolamento di questi soggetti, ma soprattutto<br />

la tendenza ad un loro ripiegamento verso un modello ben<br />

meno promettente, basato sulla concorrenza di prezzo e lo sfruttamento<br />

delle risorse disponibili (ambiente, lavoro, subfornitori). Si<br />

tratta allora di lavorare per rendere questa soggettività economica<br />

una vera e propria formazione economico-sociale, sulla base di una<br />

nuova idea capace di strutturare nuove forme collaborazione efficace<br />

tra le imprese e i loro territori.<br />

• artigianato, cooperazione, industria, servizi<br />

Nell’epoca della seconda globalizzazione, sappiamo che l’impresa<br />

deve essere locale e universale. Ciò significa che la sfida della competitività<br />

va affrontata e vinta inventando un mix originale tra l’accesso<br />

a codici, linguaggi, reti universali e la conservazione di un forte<br />

radicamento locale. Una nuova stagione di crescita duratura è possibile<br />

solo coniugando spinta soggettiva e sviluppo collettivo, singolare<br />

e universale.<br />

L’Italia si avvicina a questa sfida con un tessuto economico fatto<br />

di piccole imprese, artigianato, cooperative. Soggetti economici che<br />

molti considerano arretrati. eppure, nella prospettiva della weconomy,<br />

le cose appaiono diverse, permettendo di smarcarsi dalla sterile<br />

contrapposizione tra i modernizzatori – che sognano un’Italia diversa<br />

da quella che è – e i tradizionalisti – che pensano che le cose siano<br />

destinate a non cambiare mai.<br />

La weconomy lancia al modello italiano due sfide importanti.<br />

La prima è la ridefinizione dei rapporti tra industria e terziario.<br />

L’Italia mantiene una vocazione manifatturiera. Ma sempre di più la<br />

produzione fisica è un tutt’uno con la sfera dei servizi. Le aziende<br />

COMMUNITAS 55 - krISIS • 193

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