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’ALA AL-ASWANY<br />
no lo fanno così all’improvviso e con una tale forza che diventa<br />
impossibile domarli. Conoscendone l’indole, ero sicuro che presto o<br />
tardi la rivoluzione sarebbe arrivata. Oggi dobbiamo cercare di ottenere<br />
quanto con la rivoluzione abbiamo messo in movimento, ossia<br />
quel cambiamento necessario e auspicato verso una forma di giustizia<br />
ed equità sociale. Ma questo è un altro discorso, è il discorso del<br />
“dopo”. Il dopo è un’opportunità che possiamo cogliere o non cogliere,<br />
a seconda delle situazioni e della piega che prenderanno gli eventi.<br />
Ma la rottura c’è stata ed è stata una rottura insanabile.<br />
Communitas: Questo “dopo” gioca sempre un ruolo ambiguo nella storia...<br />
C’è già chi sostiene che non è cambiato nulla...<br />
Al-Aswany: Atteniamoci ai fatti. Per 18 giorni piazza Tahrir è diventata<br />
come la Comune di Parigi che, tra il 26 marzo e il 28 maggio<br />
1871, consegnò la città a un governo autonomo, sorto dal basso. A Il<br />
Cairo, mentre l’autorità del regime crollava è stata l’autorità del<br />
popolo a prenderne il posto. Si sono formati comitati spontanei di<br />
tutti i tipi: da quelli per tenere pulita la piazza ai presidi sanitari – i<br />
medici vi hanno istituito il loro ospedale da campo –, dal comitato<br />
per la difesa di piazza Tahrir che ha vegliato sui tentativi, da parte<br />
del regime, di infiltrare teppisti tra i manifestanti, fino ai comitati<br />
per distribuire cibo e coperte. C’erano donne che giravano con le loro<br />
pentole piene di cibo, che cucinavano e distribuivano viveri a tutti. E<br />
non dimenticherò quella donna che – è un episodio che ho descritto<br />
anche nel mio libro – riconoscendomi mi abbracciò. Aveva settant’anni<br />
e conosceva tutti i miei <strong>libri</strong>. Io avevo appena acceso la mia<br />
ultima sigaretta e il pacchetto vuoto l’avevo buttato per terra. Dopo<br />
avermi abbracciato, la mia anziana ammiratrice mi disse: «e adesso lo<br />
raccolga e lo getti nel cestino. Stiamo costruendo un nuovo Egitto».<br />
Sono queste piccole cose che ti danno il segno del cambiamento.<br />
Communitas: Dal più piccolo moto, scriveva già nel XVI secolo Francesco<br />
Guicciardini, dipendono a volte conseguenze gravissime. Molti, special-<br />
COMMUNITAS 55 - KRISIS • 89