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ECONOMIA DELL’INVIDIA.<br />
CRISI E SCARSITÀ<br />
Scarsità significa limitazione di beni, dice che l’insieme di beni e di risorse<br />
sono insufficienti per soddisfare il bisogno di tutti. E dire questo sgnifica<br />
due cose, da una parte che ciò che desideriamo non esiste in una quantità<br />
infinita, dall’altra è già fare un’ipotesi sul modo con cui questi beni<br />
saranno ripartiti, ovvero in maniera diseguale. La scarsità nelle società<br />
arcaiche appariva come una catastrofe. Oggi non appare che dentro una<br />
società dove è accettabile l’abbandonare alla loro sorte alcuni che sono<br />
nel bisogno. In fondo l’economia moderna vive della rottura tra morale<br />
individuale e ordine sociale. E questa è frattura da ricomporre<br />
dialogo con Paul Dumouchel<br />
filosofo<br />
a scarsità ha una storia che aspetta ancora di essere scritta»,<br />
«Losservava Ivan Illich. Già nel 1795, però, fu lo storico inglese<br />
Edmund Burke a portare all’attenzione un problema: la scarsità –<br />
osservava allora Burke, con parole che ancora oggi ci interrogano – è<br />
uno scoglio contro il quale si troverebbe a urtare ogni Stato che acriticamente<br />
ambisse a una politica tout court assistenziale1 . Scarsità, scarcity,<br />
rarété. È proprio il termine francese rarété a riportarci con più facilità<br />
dell’italiano al cuore del problema. Un problema che emerge dall’ascendenza<br />
latina del concetto. Raritas ha molte sfumature semantiche,<br />
non ultima quella che indica «porosità, permeabilità», fragilità.<br />
Scarsità è dunque un concetto al tempo stesso classico e rimosso nelle<br />
riflessione economica. Ma la crisi attuale lo ha riportato all’ordine del<br />
1 Edmund Burke, Pensieri sulla scarsità, Manifesto<strong>libri</strong>, Roma 1997.<br />
COMMUNITAS 55 - KRISIS • 61