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11a2013_communitas 5.. - CHERSI/libri

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zione come consumo, pensando ai tempi di magra, quando meno consumo<br />

sarebbe equivalso a meno integrazione, Christopher Lasch scriveva:<br />

«In un’epoca di turbamenti la vita quotidiana diventa un esercizio di<br />

sopravvivenza. Gli uomini vivono alla giornata; raramente guardano al<br />

passato, perché temono d’essere sopraffatti da una debilitante “nostalgia”,<br />

e se volgono l’attenzione al futuro è soltanto per cercare di capire come<br />

scampare agli eventi disastrosi che ormai quasi tutti si attendono». Forse<br />

è tempo di cambiare rotta, cercando di superare questo sguardo unicamente<br />

rivolto al disastro e la vertigine davanti alle cose ultime. Vertigine<br />

che ci fa intendere la crisi come evento perfetto 3 e, mentre ci illude di<br />

poter essere spettatori sopravvissuti della nostra stessa fine, ne delinea<br />

pienamente i contorni, impedendo in tal modo di cogliere quegli imprevisti<br />

scarti laterali dove la vita fluisce. La crisi attuale può avere un risvolto<br />

“positivo” se la si comprende nell’elemento di rottura, a tutt’oggi<br />

incompreso, di questo paradigma della fine: una fine che non avrà spettatori,<br />

una fine per la prima volta nella storia che rischia davvero di coincidere<br />

con la fine di tutte le cose (si veda il colloquio con Andrea<br />

Tagliapietra). Eppure, proprio tale peculiarità della crisi attuale ci ricorda<br />

come nel presente si cela sempre quell’ignoto la cui apparizione potrebbe<br />

mutare tutto. Ecco allora che acquistano un senso forte anche le parole<br />

che uno scrittore, solitamente attento su altri fronti, come Enrique<br />

Vila-Matas ha speso su una Grecia che tutti vogliono senza presente e<br />

senza domani e, magari, senza nemmeno un passato: «Questo Paese è<br />

entrato in un tunnel senza luce e senza futuro, però si direbbe che, fra i<br />

lamenti, filtri un barlume tenue di timida allegria, come se questo fosse<br />

l’unico luogo della terra dove la vita va avanti» 4 .<br />

Dove non firmati, il dialoghi sono da intendersi condotti dal curatore.<br />

2 Pierangelo Dacrema, La crisi della fiducia. Le colpe del rating nel crollo della finanza globale,<br />

Etas, Milano 2008.<br />

3 Andrea Tagliapietra, Icone della fine. Immagini apocalittiche, filmografie, miti, Il Mulino,<br />

Bologna 2011, p. 78.<br />

4 Enrique Vila-Matas, «El centro de Atena», in El País, 15 novembre 2011.<br />

COMMUNITAS 55 - KRISIS • 9

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