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IL BUON USO DEL TEMPO<br />
SUL FARE ARTIGIANO/1<br />
Anche quando non si tiene più alle cose», diceva lo Swann<br />
di Marcel Proust, «non è affatto indifferente averci tenuto». Noi<br />
dovremmo meditare a fondo, queste parole. Dovremmo capire<br />
che non è indifferente, anche quando le cose sembrano sul punto<br />
di scomparire, “averci tenuto” tanto. Perché nel vortice di una<br />
crisi, dietro le cose, anzi: dentro le cose, ci sono gli uomini, con<br />
le loro storie e con la loro vita. Questo conta. Il resto è vanità<br />
dialogo con Edmund de Waal<br />
storico e artigiano<br />
Un gesto. E dietro quel gesto, gli oggetti. Le cose. Edmund de<br />
Waal è un artigiano: insegna, studia, scrive, ma soprattutto lavora.<br />
Lavora con le mani per produrre meravigliose ceramiche. 47 anni,<br />
ha viaggiato per il mondo, studiando in Inghilterra e Giappone, per<br />
dare un senso alle cose. Quel senso che, fuori da ogni margine di retorica,<br />
è tutt’uno con la capacità di coglierne la naturale, implicita resistenza<br />
a un mondo che ha preteso di accordarsi con i soli registri del<br />
consumo e si trova ora in una crisi senza precedenti1 . «Anche quando<br />
non si tiene più alle cose», diceva lo Swann di Marcel Proust, «non<br />
è affatto indifferente averci tenuto». È questo senso di nostalgia2 a<br />
1 Luciano Fabro, I materiali del pensiero, i materiali dell’opera, in Id., Arte torna arte. Lezioni e<br />
conferenze 1981-1997, Einaudi, Torino 1999, p. 29.<br />
2 Sulla nozione e sul rapporto della nostalgia col “tempo” cfr. Antonio Prete (a cura di),<br />
Nostalgia, Raffaello Cortina editore, Milano 1992<br />
COMMUNITAS 55 - KRISIS • 197