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POVERTÀ DELLA POLITICA, POLITICA DELLA POVERTÀ<br />
le per la ricostruzione di quella risorsa sempre più scarsa – nell’epoca del<br />
trionfo neoliberista e del turbocapitalismo a base finanziaria – e sempre<br />
più necessaria, che è la socialità. Com’è noto fin dal celebre Saggio di<br />
Marcel Mauss, il dono ha un elevato potenziale socio-genetico. Contiene<br />
nella propria stessa logica un forte “valore di legame”. Contrariamente<br />
allo scambio mercantile, che risponde al principio di Utilità, e alla redistribuzione<br />
per via statale, che opera in base al principio di Autorità, il<br />
rapporto che si origina dal dono è all’insegna del principio di<br />
“Reciprocità”, per usare la terminologia di Polany. In forza dell’aspettativa<br />
di restituzione differita che esso genera (in particolare in colui che<br />
riceve), esso produce un vincolo che dura nel tempo. Contrariamente<br />
allo scambio mercantile, in cui con lo scambio<br />
sincronico tra la merce e il suo prezzo moneta-<br />
“<br />
Chiunque conosca anche<br />
solo superficialmente<br />
la letteratura sul dono<br />
non ne può ignorare<br />
il carattere fortemente<br />
ambivalente<br />
”<br />
rio si consuma il rapporto tra venditore e acquirente<br />
ed entrambi sono “liberati” da ogni impegno<br />
reciproco, nel caso del dono l’oggetto donato,<br />
transitando dal donatore al ricevente veicola<br />
con sé anche un impegno duraturo («la forza<br />
contenuta nella cosa donata» di cui parla<br />
Mauss, la quale «fa sì che il donatore la ricambi»<br />
12 ). Un vincolo, appunto. O, se si preferisce,<br />
un “legame”, che ha costituito, secondo questa<br />
lettura antropologico-sociale, il fondamento di coesione delle società dal<br />
loro nascere ad oggi, ma che l’occupazione monopolistica del campo da<br />
parte della coppia complementare Stato-Mercato nel corso dell’ultimo<br />
secolo aveva messo ai margini e sacrificato, mentre la travagliata uscita<br />
dal Novecento che stiamo vivendo in buona misura rimette in gioco.<br />
Risorsa salvifica, dunque. E preziosa, tanto più oggi.<br />
E tuttavia, chiunque conosca anche solo superficialmente la letteratura<br />
sul dono – a cominciare dai suoi apologeti – non ne può ignorare il<br />
carattere fortemente ambivalente. La sua strutturale ambiguità (il medesimo<br />
termine gift significa dono in inglese, ma vuol dire veleno in tedesco),<br />
connessa proprio al suo nucleo costitutivo, al suo “valore di legame”<br />
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