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DALLA EGOECONOMY<br />
ALLA WECONOMY<br />
Per riprendere la via dello sviluppo la nuova parola chiave è alleanza.<br />
Nel “mondo dei liberi”, si può stare insieme senza soccombere alla<br />
disgregazione solo se si entra in un nuovo spirito di cooperazione.<br />
Non si tratta di volgere indietro le lancette della storia. Le vecchie<br />
solidarietà non funzionano più. Di fronte ad un mondo in ebollizione,<br />
contraddittorio, multiculturale e privo di un orientamento preciso, una<br />
cosa appare chiara: solo i territori e le comunità che saranno capaci<br />
di ritrovare ragioni e strumenti di ricomposizione potranno attraversare<br />
con successo il mare della “seconda globalizzazione”<br />
di Mauro Magatti<br />
sociologo<br />
UN TEMPO NUOVO<br />
La prima globalizzazione si è dispiegata ad una velocità sorprendente<br />
a partire dalla fine degli anni 80, nel momento in cui si combinano<br />
tra loro una serie di condizioni storiche diverse, quali il crollo del<br />
blocco sovietico, l’affermazione del neoliberismo anglosassone, l’invenzione<br />
di Internet. Processi che si sono innestati l’uno nell’altro,<br />
determinando un’accelerazione formidabile, tanto da cambiare la<br />
faccia di gran parte del pianeta e la vita di centinaia di milioni di persone.<br />
Se, come diceva Marx, nella sua fase di espansione, quella straordinaria<br />
forma di organizzazione dell’attività che chiamiamo capitalismo<br />
fa sì che «tutto ciò che è solido si dissolve nell’aria», allora<br />
diventa possibile comprendere perché, in questi anni, quando parlava<br />
di “società liquida” Zygmunt Bauman risultava così convincente.<br />
La prima globalizzazione si è retta su due cardini. Il primo è stato<br />
la mobilitazione individualistica: abbandonando la centralità dello<br />
COMMUNITAS 55 - krISIS • 183