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ANDREA TAGLIAPIETRA<br />
questo accadere il pensiero non è qualcosa di autistico. Non si può<br />
cercare, come fanno i filosofi analitici, di professionalizzare all’estremo<br />
il pensiero. La filosofia non è “filosofia della filosofia”. La filosofia<br />
è filosofia del mondo. Ciò che fa pensare filosoficamente non è la<br />
lettura di un altro filosofo, quanto l’impatto delle cose stesse.<br />
L’impatto della vita. La filosofia è un evento. Anche quando leggi un<br />
libro, la filosofia inizia quando quel libro lo rimetti in movimento. E<br />
proprio in questo può rappresentare un tentativo di pensare la crisi,<br />
di assumerla, di uscirne. La cura, il pensiero e l’attività simbolica<br />
sono le uniche vie attraverso le quali l’essere umano, a differenza del<br />
normale “produttore-consumatore”, riesce a produrre di più nel<br />
momento in cui consuma. Un libro rimane un libro, anche se letto<br />
da dieci, cento persone. Persone che vi aggiungono un sovrappiù di<br />
pensiero. La grande sfida aperta dalla crisi è che, dinanzi allo schianto<br />
della produzione materiale del pianeta, l’uomo ha la possibilità di<br />
trasferirsi proprio in quel campo simbolico che è il suo oikos, la sua<br />
“casa” più propria. Qui può trovare un conforto nello sviluppo infinito<br />
dell’interpretazione e del pensiero. Noi viviamo in un mondo<br />
che, con sforzi di pensiero tutto sommato limitati, ma comuni, può<br />
imbrigliare la sua enorme capacità distruttiva e, al tempo stesso, liberare<br />
nella voglia di infinito una grande capacità creativa. Questa è la<br />
svolta necessaria alla nostra epoca. Una svolta critica, perché la filosofia<br />
è quel dire contro che non consiste tanto nel “dire la verità”,<br />
quanto, da Socrate in poi, nel dire ciò che la verità non è. Non c’è<br />
critica e, di conseguenza, non c’è vera autonomia dell’individuo,<br />
senza quest’esser contro, senza un’opposizione, senza una protesta.<br />
La verità, come concetto, sorge come positività del contenuto dalla<br />
funzione della negatività (il “dire di no”). Sorge proprio da quella<br />
contrapposizione, da un mondo così come è a un mondo come<br />
potrebbe essere. È il poter essere, la parola della verità.<br />
COMMUNITAS 55 - KRISIS • 83