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IL deNARO è dIveNTATO OBSOLeTO?<br />
ranno più chi potrà pagarli in denaro, in denaro “valido” che gli permetta,<br />
a sua volta, di acquistare altre merci e servizi. essi terranno quindi per sé<br />
quei servizi e quelle merci. Ci saranno magazzini pieni, ma senza clienti;<br />
fabbriche in grado di funzionare perfettamente, ma senza nessuno che ci<br />
lavori; scuole in cui i professori non si presenteranno più, perché privi di<br />
salario da mesi. Allora ci si renderà conto di una verità che era talmente<br />
evidente da non essere più vista: non esiste alcuna crisi nella stessa produzione.<br />
La produttività aumenta continuamente in tutti i settori. Le superfici<br />
coltivabili della terra potrebbero nutrire tutta la popolazione del globo<br />
e allo stesso modo le officine e le fabbriche producono molto più di quanto<br />
sia necessario, desiderabile e sostenibile. Le miserie del mondo non<br />
sono dovute, come durante il Medio evo, a catastrofi<br />
naturali, ma ad una specie di incantesimo<br />
“<br />
Quello che non funziona<br />
più è l’interfaccia che si<br />
pone tra gli uomini e<br />
ciò che producono: il<br />
denaro. La crisi ci dice<br />
anche questo<br />
”<br />
che separa gli uomini dai loro prodotti.<br />
Quello che non funziona più è l’interfaccia<br />
che si pone tra gli uomini e ciò che<br />
producono: il denaro. Nella modernità, il denaro<br />
è diventato il «mediatore universale» (Marx).<br />
La crisi ci mette di fronte al paradosso fondativo<br />
della società capitalista: in quest’ultima la<br />
produzione di beni e servizi non è un fine, ma<br />
soltanto un mezzo. Il solo fine è la moltiplicazione<br />
del denaro, è investire un euro per riscuoterne due. e quando questo<br />
meccanismo va in panne, è l’intera produzione “reale” che soffre e che<br />
può anche bloccarsi completamente. Allora, come il Tantalo del mito<br />
greco ci troviamo di fronte a ricchezze che si ritraggono proprio quando<br />
ci vogliamo mettere sopra le mani: perché non possiamo pagarle. Questa<br />
rinuncia forzata è sempre stata la sorte del povero. Ma ora – situazione<br />
inedita – questa sorte potrebbe toccare all’intera società, o quasi. L’ultima<br />
parola del mercato è allora di lasciarci morire di fame in mezzo ad alimenti<br />
stipati ovunque e che marciscono, ma che nessuno deve toccare.<br />
Ciononostante, quelli che disprezzano il capitalismo finanziario ci<br />
assicurano che la finanza, il credito e le Borse non sono altro che escre-<br />
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