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QUANDO IL PALAZZO CROLLA<br />
questo tipo di atteggiamento arrogante e sprezzante verso la propria<br />
gente a prevalere nel repertorio del regime, da Hosni Mubarak fino<br />
all’ultimo ma parimenti compromesso degli impiegati statali.<br />
Questa, ci racconta lo scrittore, «era l’atmosfera che si respirava a Il<br />
Cairo anche quando ho letto su internet l’appello a manifestare in<br />
piazza Tahrir il 25 gennaio. Non ci ho fatto molto caso, pensando si<br />
sarebbe trattato dell’ennesima replica di una delle tantissime manifestazioni<br />
a cui avevamo assistito in questi decenni: 200 persone con<br />
migliaia di poliziotti attorno». Eppure...<br />
Communitas: La crisi che sta investendo l’Europa, gli egiziani l’hanno<br />
conosciuta anzitempo. È una crisi che si è manifestata, soprattutto, nel<br />
continuo e crescente divario tra miseria e ricchezza. In Egitto, 40 milioni<br />
di persone vivono tutt’ora sotto la soglia della povertà, abitano in cimiteri<br />
e baraccopoli o in palazzi semiabusivi destinati prima o poi a crollare,<br />
mentre il patrimonio personale delle élites politico-finanziarie non<br />
smette di crescere...<br />
’Ala Al-Aswany: La situazione dell’Egitto doveva interrogare molte<br />
coscienze. Coscienze che, invece, hanno preferito alimentare una fuga<br />
in un immaginario alquanto razzista fatto di “faraoni”, “piramidi” e<br />
belle spiagge. Ma ora siamo giunti al punto critico. Alla soglia oltre<br />
la quale la menzogna, pur continuando a operare e ad essere tale, è<br />
percepibile come menzogna. A Piazza Tahrir, il 25 gennaio, il grido<br />
contro questa menzogna al potere è diventato unanime. Ha unito,<br />
non diviso. E ha lanciato un nuovo segnale al mondo: «Attenzione,<br />
così non va. Così non possiamo continuare. Fermiamoci!»<br />
Communitas: Fermiamoci, allora e partiamo dall’inizio. Che cosa è successo,<br />
nella sua vita, il 25 gennaio 2011?<br />
Al-Aswany: Mi alzo sempre presto, al mattino. Quel 25 gennaio non<br />
ho fatto eccezione. Mi sono messo a lavorare al computer fino all’ora<br />
di pranzo. Pensavo al mio nuovo romanzo, poi, in un momento di<br />
pausa, ho acceso la televisione e per un attimo ho creduto di essermi<br />
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