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11a2013_communitas 5.. - CHERSI/libri

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IL SENSO DELLA FINE<br />

che Freud aveva individuato riguardo al pensiero della nostra morte.<br />

Quando pensiamo alla nostra morte, affermava Freud, in realtà non<br />

crediamo mai alla nostra morte, perché ci pensiamo sopravvissuti a<br />

fianco del nostro cadavere. Di fatto, di fronte alla crisi reale della fine<br />

delle risorse, del mondo, dell’umanità stessa vediamo proliferare una<br />

sequela di immagini apocalittiche che ci accompagnano a una tematizzazione<br />

della fine ma, al contempo, proprio per la loro ambivalenza,<br />

fungono quasi da rimozione e da schermo. Non sappiamo concepire<br />

questa fine senza spettatore e, di conseguenza, non sappiamo<br />

razionalizzarla fino in fondo.<br />

Communitas: Dovremmo quindi uscire da questo circolo vizioso, razionalizzando<br />

la fine, portando il pensiero alle sue estreme conseguenze?<br />

Tagliapietra: La fine è sempre una fine finita, è sempre una fine di<br />

qualcosa. Finisce qualcosa e ne inizia un’altra. Solo che nella nostra<br />

cultura, abbiamo “mondanizzato” l’idea di infinito, trasformandolo in<br />

un sottoprodotto ideologico del denaro, inteso come meccanismo e<br />

ingranaggio che fa funzionare un’economia capitalistica che si basa –<br />

oggi lo diciamo apertamente, ma era implicito già ai tempi di Adam<br />

Smith – sull’idea di crescita infinita.<br />

Communitas: Se hanno ragione Karl Polanyi e Serge Latouche – che<br />

vedono la logica della crescita come implicita nell’essenza dell’economico –<br />

allora non ha però alcun senso sostituire una buona economia a una cattiva<br />

economia, o una buona crescita a una cattiva crescita. Si tratterebbe,<br />

assumendo in pieno la crisi, per dirla con Latouche, di «uscire dall’economia»<br />

1 e da quella «economizzazione del mondo» nata nel Secolo dei Lumi,<br />

contemporaneamente all’idea del Progresso.<br />

Tagliapietra: Il capitalismo è stata una grandiosa partita a poker con<br />

continui rilanci. Ora non è più possibile rilanciare, è il momento di pas-<br />

1 Serge Latouche, L’invenzione dell’economia, Bollati-Boringhieri, Torino 2010, p. XI.<br />

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