You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
VERSO UNA COMUNITÀ DI DESTINO<br />
Costa, il lavoro su di sé, costa lavorare a stretto contatto col dolore,<br />
la rassegnazione, il silenzio. Ma è lì, nelle intermittenze del<br />
cuore, che qualcosa accade. E dentro certe immagini, come quella<br />
della comunità di destino, esplodono mille sentieri che ci portano<br />
a riflettere, cioè a flettere in noi il reale. Un reale a cui siamo<br />
abbandonati ma nel quale dobbiamo far sorgere la speranza a cui<br />
ci chiama il dolore degli altri. Un richiamo a cui non possiamo<br />
sfuggire. Un reale che dobbiamo esplorare se vogliamo essere rigorosi,<br />
se vogliamo essere cristiani, se vogliamo essere semplicemente<br />
onesti con noi stessi, perché si può anche essere prigionieri di<br />
vite tranquille. Ma se non scendiamo nel cuore di una percezione<br />
etica delle cose che diventi anche relazione, come quella di destini<br />
che si rispecchiano invisibilmente, ecco che forse perdiamo il senso<br />
profondo della vita. In questo momento, dove strategie di globalizzazione,<br />
di comunicazione, di complessità mettono il mondo sotto<br />
pressione, anche parole bellissime, anche le buone e belle intenzioni<br />
possono offrire soltanto degli orizzonti che sappiamo poi che<br />
non si realizzano e non si concretano nell’incarnazione di comportamenti<br />
nostri e coloro che ascoltano tutto si fa difficile. Eppure,<br />
partendo da quella cellula originaria che è la partecipazione, la<br />
relazione, il destino di perdita e di angoscia che dovremmo vivere<br />
con gli altri, qualcosa è possibile. Qualcosa di fragile e potente,<br />
come esili vite che si piegano, ma che – come la palma di una poesia<br />
di Paul Valéry – sanno dare improvvisi frutti. Se la nostra logica<br />
non è la fredda e implacabile logica della ragione e della globalizzazione.<br />
Se la nostra è la ragione del cuore, allora dobbiamo<br />
avere pazienza. Spes contra spem. Una speranza che possa nel mistero,<br />
in orizzonti che sembrano più oscuri, perché nel mondo globalizzato<br />
domina l’egoismo, la morte del prossimo, la fine dell’altro,<br />
la fuga dinanzi alla responsabilità, la fuga dinanzi noi stessi... La<br />
fuga dinanzi ai nostri discorsi che, se valutati con la logica della<br />
ragione, possono sembrare solo frammenti di colloqui tra monaci<br />
che vivono qui e ora. Ma il passaggio dal pensiero alla sua concre-<br />
218