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11a2013_communitas 5.. - CHERSI/libri

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VERSO UNA COMUNITÀ<br />

DI DESTINO<br />

Soltanto se rimettiamo in discussione continuamente noi stessi,<br />

noi e le tradizioni che ci portiamo addosso, le memorie, i saperi<br />

filosofici, pratici e teorici che possediamo possiamo riattivare<br />

quel processo di costante cambiamento che è presupposto<br />

necessario per rompere un assedio altrimenti senza fine. Solo<br />

così un mondo apparentemente chiuso, sbarrato si può aprire.<br />

È un mondo di un dolore che può essere quello della follia, ma<br />

non solo. Può essere il mondo dell’esclusione, dell’indifferenza,<br />

della globalizzazione feroce, della crisi<br />

dialogo con Eugenio Borgna<br />

di Riccardo Bonacina<br />

N el recentissimo e bel libro scritto con Aldo Bonomi, Elogio<br />

della depressione, il professor Borgna scrive: «L’elogio della fragilità<br />

non significa l’elogio della sofferenza che fa parte della fragilità;<br />

ma l’elogio della fragilità vuole solo sottolineare, sia pure radicalizzando<br />

il mio discorso (ma se non si scende alla radice delle<br />

cose umane nulla, o quasi nulla, di esse si capisce), come nella fragilità,<br />

dimensione ineliminabile dalla vita, ci siano valori che danno<br />

un senso alla vita: alla vita di ciascuno di noi. L’essere consapevoli<br />

di questo, della fragilità come esperienza necessaria, significa accogliere,<br />

e rispettare, la fragilità degli altri; senza disconoscerla e<br />

senza ferirla. Ma significa anche che, nella fragilità, nella nostra e<br />

in quella degli altri, si abbia la percezione del valore della debolezza<br />

e della insicurezza che fanno parte della vita e che si contrappongono<br />

a ogni forma di onnipotenza e di violenza. Non è forse,<br />

questo, il pensiero di san Paolo quando, nella prima lettera ai<br />

COMMUNITAS 55 - KRISIS • 209

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