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11a2013_communitas 5.. - CHERSI/libri

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Communitas: Lei ha parlato anche di una disoccupazione apparente. Questo<br />

richiama, in qualche modo, alla mente, per contrasto, la disoccupazione creativa<br />

di cui parlava già negli anni 60 Ivan Illich 2 ... Anche in questo caso si<br />

tratta di liberare il gesto dalle gabbie in cui è stato rinchiuso?<br />

Dacrema: La disoccupazione, per come la concepiamo oggi, si definisce<br />

unicamente in rapporto a uno stipendio e, quindi, ancora in rapporto al<br />

denaro. Un disoccupato è considerato tale in quanto fuori dal circuito<br />

della moneta. La disoccupazione è un’idea statistica, che a poco a poco<br />

scivola sul piano esistenziale, diventa una condizione da cui è praticamente<br />

impossibile uscire perché il disoccupato trova nella propria condizione<br />

di reietto dal sistema l’impossibilità stessa di reimmettersi nel<br />

circuito all’apparenza salvifico del denaro. Un uomo “senza lavoro” è pur<br />

sempre un uomo che ha gesti, desideri, pensieri, azioni, economia. Ma<br />

questo per le statistiche non conta. Un uomo senza lavoro è comunque<br />

un uomo che si prende cura di sé, degli altri, della propria vita. Ma per<br />

il sistema-denaro anche quest’altro aspetto non conta. Perché per questo<br />

sistema non è la qualità del fare, ma la quantità il metro di giudizio.<br />

E in questo modo, oltre a ribadire che la disoccupazione involontaria è<br />

un’altra delle allucinazioni collettive prodotte dal denaro, va aggiunto<br />

che è anche il segno stesso della sua inadeguatezza strutturale. Si guardano<br />

i numeri, si dimentica l’uomo. Ma l’economia, l’abbiamo detto, è<br />

l’attività propria di un animale che pensa, che agisce e che vuole, e che<br />

chiamiamo “uomo” proprio per questo. L’economia è fatta di gesti, non<br />

di numeri. Eppure, in ragione della nostra scarsa capacità di comprendere<br />

– demonizzando o adorando, a secondo dei casi – il denaro e la sua<br />

concretizzazione, la moneta, in questo scorcio di nuovo millennio ci<br />

ritroviamo schiacciati da numeri e cifre di ogni tipo, senza forze e senza<br />

tempo, e ci dimentichiamo che l’aritmetica più importante era, è e rimane<br />

quella della nostra esistenza. Dovremmo tornare alle cose, tornare al<br />

gesto, liberandolo. Fare economia, non numeri.<br />

2 Ilvan Illich, The Right to Useful Unemployment, Boyras, Londra 1978.<br />

PIERANGELO DACREMA<br />

COMMUNITAS 55 - KRISIS • 139

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