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11a2013_communitas 5.. - CHERSI/libri

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MARCO DOTTI<br />

gli rivela una verità più grande di quella che esso sa o ha saputo ospitare.<br />

Non sempre gli edifici sono instabili o “malati”. Spesso non<br />

sono adatti per contenere nuove forme e nuove forze – non per questo<br />

negative. Il salto di paradigma, il mutamento, l’apertura al domani.<br />

Siamo certi che, al cuore del suo sviluppo, nel nucleo intimo del<br />

suo diramarsi in mille rivoli, la crisi non ci indichi proprio questo: la<br />

nostra incapacità di accogliere, di ripensare, di tornare a quelli che<br />

David Maria Turoldo chiamava «i giorni veri del rischio»? Di contro<br />

a un rischio mai realmente assunto, ma solo delegato o ritardato?<br />

Forse per questo, a ogni tentativo di tranquillizzare gli azionisti,<br />

l’amministratore di Handke si contraddice, non riuscendo ad apparire<br />

né tragico, né ridicolo, ma semplicemente inadeguato all’improvvisa<br />

piega assunta da cose che ancora si illude di disporre sul<br />

piano ordinato e apparentemente preciso di quella che Karl Polany<br />

chiamava la società di mercato, evoluzione sottile e perversa dell’“economia”<br />

di mercato. Si illude, perché non sa ascoltarle, proprio là dove<br />

gli indicano che non c’è soluzione, ma solo superamento: perché da<br />

una crisi non se ne esce che mutati. Con un segno meno o un segno<br />

più davanti, ma mutati. La crisi è finanziaria, sostiene, ma il bilancio<br />

è sano. Legalmente ed economicamente l’azienda “c’è”, ripete, la società<br />

resiste ma qualcosa, ciò nonostante, lo preoccupa. Un “qualcosa”<br />

che viene spostato sempre in là, nello spazio e nel tempo, in un dopo<br />

o in un altrove laterale a cui nessuno crede ma in cui nessuno ha,<br />

parimenti, la forza di non credere fino in fondo. L’amministratore,<br />

per maschera professionale reputato capace di collocare ogni informazione<br />

nel contesto che le compete, è al tempo stesso vittima e<br />

concausa di questa crisi. Crisi che è, a sua volta, crisi della regola e<br />

dell’eccezione, ossia del fine e dei mezzi (un consiglio straordinario<br />

etc.) solitamente usati per uscirne. L’impossibilità di capire si fonde<br />

qui, però, con l’impossibilità di agire in una retroazione perversa dove<br />

l’effetto stesso (le parole, la convocazione della seduta, le contraddizioni,<br />

la sonnolenza che domina la scena) di reazione interviene ex<br />

post in quanto causa. L’amministratore infatti non farà un discorso<br />

COMMUNITAS 55 - KRISIS • 223

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