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11a2013_communitas 5.. - CHERSI/libri

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ANTROPOLOGIA DELLE TRANSAZIONI<br />

opera la distruzione non è il denaro in senso generale, ma una variabile<br />

di cui cerco di dare una determinazione tecnica, e cioè il potere del denaro<br />

all’interno di una certa società. Per effettuare scelte razionali un soggetto<br />

deve avere un’identità stabile, relazioni comunitarie ed istituzionali<br />

prevedibili e deve operare le scelte in un ambiente circostante relativamente<br />

stabile nel tempo. La pratica monetaria, per ragioni costitutive,<br />

erode sistematicamente e simultaneamente tutti e tre questi pilastri:<br />

rende fragili le identità personali, crea le condizioni per una crescente<br />

inaffidabilità della cornice comunitaria ed istituzionale, produce una<br />

sistematica erosione dell’ambiente circostante (ecologico, ma anche<br />

urbanistico). Ergo, tende a rendere insensata la funzione di scelta razionale<br />

su cui pretende di basarsi.<br />

Communitas: Lei ha uno sguardo molto critico sul marketing...<br />

Zhok: Il marketing è l’anima dell’economia di scambio e lo è in sempre<br />

maggior misura quanto maggiore è la scelta dei prodotti e quanto minore<br />

la competenza che ne abbiamo. Per come funziona il meccanismo di<br />

generazione del valore, il marketing ne è il cuore, giacché a prescindere<br />

da fatica ed ingegno che siano occorsi per produrre qualcosa, il suo valore<br />

sarà noto solo alla prova del mercato, alla vendita. Dunque, la vendita<br />

determina il valore. Ergo, il marketing determina il valore. In questo<br />

quadro la pubblicità è un sistema di persuasione (si abbia il pudore di<br />

non chiamarlo «informazione commerciale»), che mira con grande<br />

dispendio di risorse e talenti a far convergere quanti più soldi possibile<br />

su un certo prodotto. Ora, ogni consiglio per gli acquisti è, in misura<br />

variabile ma senza eccezione, una forma di menzogna, deformazione,<br />

adescamento in cui cose belle, prospettive affascinanti, situazioni profonde,<br />

espressioni emozionanti vengono asservite a strumentario di<br />

effetti emotivi per massimizzare le vendite. Credo sia ampiamente sottovalutato<br />

l’effetto sistematico di disillusione, “disempatizzazione”,<br />

disincantamento prodotto dalla quotidiana esposizione pubblicitaria. La<br />

pubblicità è una fabbrica di cinismo.<br />

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