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11a2013_communitas 5.. - CHERSI/libri

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MARCO REVELLI<br />

e dunque a quella sua capacità di vincolare, di “legare” appunto, che può<br />

con grande facilità trasformarsi da azione che emancipa in fatto che<br />

incatena. Da gesto che toglie dalla solitudine ad atto che assoggetta e<br />

sottomette. Da funzione di solidarietà e di socialità a strumento di asservimento<br />

e servitù. Non per nulla Marcel Mauss fa precedere al suo celebre<br />

saggio alcune strofe di un antico poema dell’Edda scandinava, in cui<br />

è messa in rilievo la doppia natura del dono sincero e del dono mendace –<br />

della reciprocità amichevole e della reciprocità ostile. E d’altra parte è significativo<br />

che buona parte della trattazione sia occupata dalla descrizione<br />

del potlàc, la più ossimorica tra tutte le forme di dono («si fraternizza e<br />

tuttavia si resta estranei; si comunica e ci si contrappone…»). E insieme<br />

la meno “disinteressata”: nel potlàc, generosità e aggressività, liberalità e<br />

ostentazione di ricchezza e di potenza, convivialità e volontà di dominio,<br />

spinta fino alla distruzione suntuaria di cibi e beni preziosi in una<br />

gara per la supremazia personale e di clan e per l’umiliazione dell’altro,<br />

si intrecciano inestricabilmente, in un atto che contemporaneamente<br />

fonda la socialità e crea l’autorità. Che socializza gerarchizzando.<br />

Da allora, chiunque si sia occupato di Dono, è stato costretto a distinguere:<br />

tra dono altruista e dono egoista, dono volontario e dono obbligato,<br />

dono “nobile” e dono “comune”, dono “puro” e dono “interessato” o<br />

“calcolato”. Nella sostanza, tra un’idea di dono che deriva dal senechiano<br />

beneficium (il quale «manifesta effettivamente cura e disponibilità nei<br />

confronti dell’altro, ed è irriducibile ai rapporti di interesse economico e<br />

di potere«) ed una più comune, connessa al concetto di munus, che «nel<br />

dono esprime solo l’interesse presuntuoso del donatore: la sua splendida<br />

autosufficienza, quando va bene, la sfida della sua arroganza, alterigia<br />

e superbia, quando va male», come ci ricorda il filosofo Andrea<br />

Tagliacarne. Il quale non manca di sottolineare – citando Roberto<br />

Esposito – che è alla seconda accezione (al munus) che rinvia etimolo-<br />

12 Marcel Mauss, Saggio sul dono. Forma e motivo dello scambio nelle società arcaiche, in<br />

Id.,Teoria generale della magia e altri saggi, Einaudi, Torino 1965, p. 158.<br />

COMMUNITAS 55 - KRISIS • 35

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