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POVERTÀ DELLA POLITICA, POLITICA DELLA POVERTÀ<br />
li e imprenditoriali, ma anche di quelle politiche – della variegata schiera<br />
dei decisori pubblici – e forse della stessa massa dei destinatari di<br />
quelle decisioni.<br />
Esce dunque di scena – esce dallo spazio pubblico, potremmo dire – un<br />
termine, o una serie di termini: “egualitarismo”, “redistribuzione”, “giustizia<br />
sociale”…; ed entrano nel lessico dotato di corso legale altre parole,<br />
altri termini. Prima desueti. O usati in accezioni differenti.<br />
Comunque propri di una diversa “sfera”, trasferiti da un contesto “altro”<br />
rispetto a quello più proprio dei linguaggi politici, un contesto prevalentemente<br />
privato, in taluni casi addirittura “intimo”. Termini, d’altra parte<br />
– lo spiega perfettamente Gustavo Zagrebel-sky – portatori di una forte<br />
carica di ambivalenza. Spesso in bilico tra due connotazioni valoriali<br />
opposte, tendenti a mutare di segno proprio in forza di quella transumanza<br />
che compiono tra l’uso privato e l’uso pubblico che se ne fa.<br />
Parole sublimi, in una sfera, che si fanno sordide, nell’altra, o aggressive,<br />
contundenti, tossiche nel diverso contesto. Parole che offendono quando<br />
ostentano affetto (o addirittura amore!). Parole che tolgono quando<br />
sembrano dare.<br />
Tra queste, in prima fila, la parola “Comunità”. E la parola ad essa<br />
contigua, anche etimologicamente, “Dono”. Assunta come nucleo normativo<br />
delle politiche sociali nell’epoca dell’estenuazione e della proclamata<br />
“fine” dello Stato sociale. E come sostituto funzionale delle pratiche<br />
redistributive nel tempo della loro improponibilità politica e ideologica.<br />
Non è una illazione soggettiva. Una presunzione preconcetta e<br />
maliziosa. È il contenuto di esplicite dichiarazioni ufficiali di autorevoli<br />
esponenti di governo. Mi è capitato di ascoltare con le mie orecchie il<br />
ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi, nella<br />
giornata dedicata all’associazionismo sociale 11 , dichiarare formalmente,<br />
in quello che apparve a tutti come un vero e proprio “Manifesto”, che<br />
quella del dono avrebbe dovuto diventare la logica prevalente nel campo<br />
delle politiche di contrasto della povertà nel “nuovo tempo” della crisi<br />
del “debito sovrano” («destinata a determinare strutturalmente una differenza<br />
rispetto al passato») e dell’inevitabile ridimensionamento del<br />
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