Creaturine - Sardegna Cultura
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Il Caffè del Godimondo sorgeva nel cuore della città,<br />
Iolanda Zara lo portava avanti da sola, da quando sua<br />
madre l’aveva lasciata per sempre quindici anni prima.<br />
Per alcuni era il caffè di Iolanda, per altri La bella Zara,<br />
ma per lei da sempre era il Godimondo e le piaceva che<br />
restasse così, dal nome della via.<br />
Sporgeva per un lato sul percorso della stazione ferroviaria<br />
ed era assai frequentato. Scolari, impiegati postali,<br />
gli studenti della vicina Scuola Francese, quelli dell’Istituto<br />
Musicale, gli impiegati del tranvai e i commercianti<br />
di soda di passaggio ne movimentavano le ore del giorno.<br />
Si diceva che le bevande di quel luogo avessero proprietà<br />
straordinarie, buone per curare l’amore e la pazzia. Era<br />
stata Iolanda stessa ad alimentare quel gioco. – Provate<br />
questo moscato caldo, – diceva alle donne gravide o alle<br />
comitive di sartine, – e poi mi direte. – Rideva, ridevano<br />
tutti, chi la stava ad ascoltare e chi la udiva con la coda<br />
dell’orecchio, chi varcava la porta per uscire e si portava<br />
quel sorriso dietro per qualche passo ancora sulla strada<br />
e chi la varcava entrando e raccoglieva solo i pochi sassolini<br />
di quelle parole, ma tutti stavano al gioco, fingere di<br />
credere alle proprietà magiche decantate dalla Zara non<br />
era poi così faticoso. Rifiutarsi, a quel gioco, era semplice<br />
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