Creaturine - Sardegna Cultura
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Per un buon numero di settimane le cose non si mossero<br />
dal loro posto. Vaira trascorreva le giornate risalendo la<br />
lunga coroncina di stanze oscurate in cui i pazienti gli<br />
spruzzavano sopra le loro tossi. Cercava di restare incatenato<br />
al pensiero del suo lavoro concentrandosi su quello e<br />
su null’altro. Ciondolante se ne tornava a casa rinunciando<br />
anche ai bicchierini colorati di Iolanda Zara. – Sta succedendo<br />
qualcosa? – gli chiese un giorno la donna trovandoselo<br />
davanti ricurvo e dimagrito sotto l’archivolto dei<br />
ramai. La vita procedeva spedita ma lui era sceso a terra.<br />
Ecco cos’era successo. E la colpa non era di nessuno o forse<br />
era della grandine che aveva bloccato Bianca sotto la<br />
pensilina, forse del Godimondo con le sue O aperte come<br />
varchi su altri mondi, forse di Ferdinando Sattabranca<br />
che non aveva allungato il passo quando il destino l’aveva<br />
sollecitato e aveva perduto donna, amore, viaggi, figli e felicità<br />
in un colpo solo. Forse era di Grondona che come<br />
un padre avrebbe potuto consigliarlo e invece se ne stava<br />
lontano e disperso tra le dune d’un qualche deserto dell’Iglesiente.<br />
O forse alla fin fine era solo colpa sua, di se stesso<br />
che fermo sul crocevia dei trent’anni non aveva saputo<br />
leggere la segnaletica che gli indicava la pista giusta. E la<br />
pista giusta in quel mattino lugubre di neve sarebbe stata<br />
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