Creaturine - Sardegna Cultura
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La città era allagata, soprattutto nella parte bassa.<br />
L’acqua arrivava di corsa dai quartieri alti e si fermava<br />
nei vicoli. Senza uno sfogo, o quasi, tutto era ridotto a un<br />
acquitrino. Benché il livello non avesse ancora raggiunto<br />
i due palmi d’altezza c’era già chi aveva fatto ricorso a imbarcazioni<br />
di fortuna.<br />
Rosario osservava il desolato paesaggio sotto casa con<br />
la fronte poggiata alla finestrella quadrata della sua camera<br />
da letto dove uno dei guanciali ancora fumava della cenere<br />
dei sogni di Bianca. Era trascorso un mese da quando<br />
lei se n’era andata ed egli ne celebrava il trigesimo come<br />
quei prossimi alla fine che non sentono l’ago bucare<br />
la pelle. Il mondo si era spogliato della sua bella scenografia.<br />
Lei non avrebbe più riso vedendolo entrare nei<br />
negozi con l’ombrello aperto, non avrebbe più pronunciato<br />
il suo nome all’infinito, non avrebbe più affondato<br />
il naso tra i suoi capelli.<br />
Se ne era andata come fanno certi morti, all’improvviso,<br />
lasciando la caffettiera al fuoco e gli occhiali sul comodino.<br />
Andata via senza una parola lasciando che l’ultima<br />
frase pronunciata, l’indistruttibile frase rimasta a rimbalzare<br />
negli spogli locali della sua vita fosse: sei poca cosa.<br />
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