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Creaturine - Sardegna Cultura

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se piede nella casa sentì la gamba trattenerlo di fuori ma<br />

non la ascoltò, diede uno strattone e venne dentro.<br />

– Venga venga pure dottore, avanti, – udì la donna<br />

chiamarlo.<br />

Rosario si incamminò per il corridoio con la faccia lunga<br />

e smorta di una tarda mattinata di lavoro.<br />

– Avanti, – insisteva la voce.<br />

La donna lo guidava attraverso il corridoio e i salottini<br />

traboccanti di piume artificiali e di fiori di gesso. Rosario<br />

vestiva un abito incolore tanto simile all’abitino da uccellino<br />

funebre dei lontani giorni da orfanetto.<br />

– Venga venga qui dottore.<br />

Non c’era sentore di malattia del sangue in quella casa,<br />

né di pleura, l’aria era invasa da una piacevole fragranza<br />

di gardenie fresche, stordente, invitante, che mischiata all’odore<br />

di varechina infondeva una certa fiducia a farsi<br />

avanti.<br />

– Avanti, avanti, da questa parte. Buongiorno dottore.<br />

Letizia Tedde lo aspettava seduta al tavolo del soggiorno.<br />

Rosario entrò e poté vederla da vicino, per la prima<br />

volta da vicino. La donna indossava una vestaglia, teneva<br />

le mani sulla tavola, una treccia di capelli duri, di un biondo<br />

vimini, le stava posata a spirale sul cranio come una<br />

lunga frittella.<br />

– Buongiorno signora.<br />

– È da tanto dottore che vive in città? Non l’avevo mai<br />

vista prima d’ora.<br />

– Qualche anno. Mi dica cosa non va.<br />

– Qualche anno… ed è sposato?<br />

– Da tre, quasi quattro, – rispose aprendo la borsa.<br />

– Con figli immagino.<br />

190<br />

– Per ora nessuno.<br />

– Nessuno? Le dispiace?<br />

– Un po’ sì ma ancora non è detto.<br />

– Detto cosa?<br />

– Detto che non verranno.<br />

– Non diciamolo neppure allora, sarebbe un gran peccato,<br />

ogni pianta ha i suoi succhioni.<br />

La stanza era stracarica di oggetti. Rosario poggiò la sua<br />

figura triste accanto al tavolo e chiese ancora: – Mi ha<br />

mandato a chiamare, può dirmi cosa non va? – il viso lungo<br />

e magro, i capelli sfiorati dalle piume pendenti dal soffitto.<br />

– Ho male qua, – fece la donna toccandosi una spalla.<br />

L’uomo s’avvicinò. Le pareti erano ricoperte di quadretti,<br />

di foto, di specchietti in quantità tale da nascondere persino<br />

la tappezzeria. E poi c’erano i fiori, cesti e cestini e scodelle<br />

pieni di petali ovunque, pugni di petali nei cucchiai,<br />

nei piatti, nelle bocche degli uccelli finti, nelle gabbiette<br />

di quelli veri.<br />

– Beve qualcosa? Ho del buon bitter d’Olanda.<br />

Lo prese per mano e camminarono verso la vetrina. Rosario<br />

Vaira restò interdetto davanti a quel gesto ma non<br />

s’oppose e si interessò all’odore di cosmetico e di dentifricio<br />

proveniente dalla vicina fabbrica delle Profumerie<br />

Igieniche.<br />

Era stanco. Una brutta giornata. Per di più Bianca aveva<br />

perso un vecchio anello e l’aveva costretto a una ricerca<br />

senza esito alle prime luci dell’alba.<br />

Letizia Tedde aveva quarantaquattro anni e occhi azzurri<br />

e palpebre rosso sangue. Gli mostrò la casa. Rosario<br />

la seguiva tenuto per mano e sorridendo non visto per<br />

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