Creaturine - Sardegna Cultura
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Rosario era in compagnia di un amico seduto al tavolino<br />
più prossimo all’ingresso. Fissò gli occhi della ragazza<br />
e per qualche secondo non parlò più. Al tavolo accanto<br />
i fratelli Uleri facevano festa col girò.<br />
– Che c’è? – chiese Gabriele Fois, il farmacista, vedendolo<br />
mancare in viso. Si voltò ma alle spalle vide solo un<br />
drappello di gente ferma sotto la pensilina.<br />
– Niente, – rispose il medico, – è proprio un tempo<br />
schifoso.<br />
– Tempo di merda, – aggiunse l’altro, – comunque<br />
guarda qua, ti lascio i vaccini, stai attento, sono quattro<br />
scatole, quattro mi hai capito? mi ascolti?<br />
Bianca era entrata nel locale. Rosario tenne fissi gli occhi<br />
sulle madreperle del tavolo. L’amico sollevò la testa.<br />
– Come sta? – lo salutò il cantoniere con fare sincero.<br />
Restarono in piedi a parlottare mentre Bianca e Rosario<br />
affannosamente tentavano di non incespicare nei rispettivi<br />
sguardi. Rosario tuffò gli occhi nel verde veronese<br />
della tappezzeria scongiurando in cuor suo l’amico di<br />
fare presto.<br />
– Ah… – s’interruppe Demetrio Pes scostandosi di un<br />
passo, – non le ho ancora presentato mia figlia. Questo<br />
signore è il dottor Fois, la farmacia, te ne ho parlato. –<br />
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