Creaturine - Sardegna Cultura
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Una foschia da alta montagna aveva velato i campi. Era<br />
mattino presto, le cinque o poco più e Rosario stazionava<br />
tranquillo al calduccio della sua convalescenza quando<br />
udì lo strascichio di zoccoli provenire dal bosco. Afferrò<br />
la stampella e raggiunse la porta, la socchiuse e attese. Si<br />
stupì dell’aria pungente e di tanto grigiore. A causa della<br />
nebbia si vedeva ben poco, solo qualche badile abbandonato<br />
qua e là sul terreno. Degli alberi era sparito il fusto e<br />
le chiome galleggiavano sole. Tese l’orecchio verso il punto<br />
dove lo scalpiccio si faceva più vicino. Piccoli colpi di<br />
brezza scoprivano a intermittenze squarci di visibilità da<br />
cui venivano fuori poco alla volta le pertiche, i sestanti, i<br />
compassi e i cannocchiali sinché il giovane non ebbe più<br />
alcun dubbio: era la Spedizione Geografica.<br />
Più di trenta cavalcature venivano avanti in fila indiana.<br />
Quando l’intera colonna si fermò, dalla casa venne fuori<br />
Ademaro Grondona presto seguito da Adelaide con un<br />
cartoccio fumante tra le mani. I soldati stavano immobili<br />
sotto le loro mantelle e l’unica cosa che Rosario vedeva<br />
muoversi nell’aria erano i fiati degli animali e i retini acchiappafarfalle<br />
portati dagli uomini dietro la schiena. Il<br />
Cavaliere Alberto La Marmora stava a capofila imbevuto<br />
di nebbia e di pensieri. Lo vide smontare e parlottare con<br />
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