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Creaturine - Sardegna Cultura

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di udire le risate delle monache echeggiare come un tempo<br />

nella vastità del refettorio.<br />

– C’è molto catarro, – disse poi. – Come vi state curando?<br />

– Le solite cose, – rispose tossendo il vecchio. – Le solite,<br />

vino cotto, salsapariglia.<br />

– Prenderete questo, – disse il medico scrivendo su un<br />

foglietto. – Due cucchiai nel caffè, ecco qua, – strappò il<br />

foglio dal blocco e lo pose sul comodino.<br />

– E inoltre… – Rosario aveva ancora la matita in mano,<br />

ne aveva già inumidita la punta con la lingua e si accingeva<br />

a compilare una nuova ricetta quando il vecchio sorrise. –<br />

Senta, Rosario, – gli disse, – quanto tempo vuole che mi<br />

resti? Lasciamo perdere queste sciocchezze.<br />

– E inoltre, – proseguì il medico, – la catramina, ecco,<br />

due pillole, vi farà bene.<br />

– Si ricorda quando cantava? Si ricorda ancora tutto?<br />

Rosario si voltò alla sua sinistra, smise di scrivere e non<br />

parlava.<br />

– Rosario… Rosario Vaira.<br />

Rosario non rispose, osservava l’armadio gonfiato dall’umidità.<br />

– Mi ascolti. Quanto tempo vuole che mi resti? Un mese?<br />

Due? Non è questo che importa, – tentò di schiarirsi<br />

la voce, invano.<br />

– Ho saputo che s’è sposato e che ha una bella moglie.<br />

Il medico tirò su col naso.<br />

Il medico guardava l’armadio.<br />

– Mi fa piacere. Guardi qua invece a cosa s’è ridotto<br />

questo povero vecchio. Dopo tanto tribolare. Le chiedo<br />

solo un ultimo favore, può farmelo? Apra quel cassetto.<br />

222<br />

L’aria odorava fortemente di alcol e di medicinale. Rosario<br />

si chinò sul cassetto e i capelli gli andarono in faccia.<br />

– Su, tiri, – lo sollecitò il vecchio.<br />

Rosario aprì e restò a guardare, immobile.<br />

– Non la prende? La prenda almeno in mano.<br />

La gonna stava ferma distesa, stirata, sotto di lui. La<br />

gonna coi suoi fiorami d’argento, Rosario non l’aveva mai<br />

dimenticata. Poggiato con le due mani al cassetto l’uomo<br />

premette forte le labbra e chiuse gli occhi e rimase come<br />

paralizzato.<br />

– L’ho conservata, – mormorò il vecchio.<br />

Il vecchio aveva unghie di lucida plastica, lunghe e curate<br />

e goccioline di caffè della vecchiaia sulle mani.<br />

Rosario guardò la gonna. Ricordava ogni minima cucitura,<br />

la sfiorò con la punta delle dita. A cosa gli era servito<br />

tanto correre, tanto remare? Eccolo di nuovo lì, sulla<br />

stessa casella della vita senza altra scelta che quella di<br />

osservare la realtà che non aveva mai potuto allontanare.<br />

– La prenda, – udì la voce dell’anziano capitano sollecitarlo<br />

con garbo. – È proprio lei, su, la prenda.<br />

Rosario la tirò fuori, la stoffa brillava quasi di luce propria<br />

nell’atmosfera olivastra della camera. Aveva i capelli<br />

sul viso. Tornò verso il letto.<br />

– Non so come chiederglielo amico mio, – gemette il<br />

vecchio strizzando gli occhi per il bruciore. – Ma deve<br />

credermi non ci vedrà nessuno.<br />

Il dottore scosse il capo e sorrise un sorriso amaro e<br />

dispiaciuto e incespicò nel parlare, disse: – Cosa? Nessuno?<br />

– Può indossarla? Un’ultima volta. Lo vede che sto morendo.<br />

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