Creaturine - Sardegna Cultura
Creaturine - Sardegna Cultura
Creaturine - Sardegna Cultura
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
certi frutti hanno bisogno di luoghi chiusi e bui per ben<br />
maturare. Lui se n’era distaccato, l’aria aperta l’aveva bacato<br />
ed ora non era più adatto ai funerali.<br />
L’abbadessa lo attendeva nel suo studio circondata da<br />
oggetti di comando. Nicola vi si diresse profumato di legni<br />
di zattera come sempre e con un petalo di papavero<br />
dimenticato dall’estate sulla guancia. Gli disse: – La si accusa<br />
di un furto. – L’abbadessa era minuta e sapeva vagamente<br />
di Dio; aveva scarpine lustre e nere e un rosario<br />
che feriva il volto. Nicola disse: – Quale furto? – la donna<br />
gli rispose: – Lo sa bene. – Nicola protestò la sua innocenza,<br />
lei lo colpì con le nocciole del padrenostro facendo<br />
sanguinare il petalo sin sul collo. Nicola non aveva<br />
mai visto quel denaro, non aveva mai visto denaro in vita<br />
sua. L’abbadessa aveva mani di neve e un viso da bambina.<br />
Nicola mosse il capo per dire no e ancora no, che lui<br />
no; poi lo chinò. La donna gli raccolse una mano e vi posò<br />
dentro il crocifisso, disse: – Vede… Lui sì, per quanto<br />
umiliato, – chiuse gli occhi, – e di padre umiliato, – li riaprì<br />
uno alla volta, – Lui sì sappiamo di chi era figlio, Lui,<br />
ma voialtri, di voialtri non si può mai sapere.<br />
Dicembre navigava lento lento fuori per strada, Nicola<br />
si voltò a osservarlo transitare nel quadro della finestrella.<br />
Con la croce in mano sgocciolava sangue sul tappeto<br />
mentre la superiora gli dava teneramente del bastardo.<br />
Infine lo congedò dicendogli mio caro, – Adesso mio caro<br />
vada, torni alla sua branda e aspetti. – Nicola non attese.<br />
Non attese le guardie né altro. Alle due del mattino si<br />
calò lungo i muri del convento riabbracciato con grazia<br />
dalla sua Aria. Coi capelli incollati alla bocca dal diluvio<br />
tornò al fango della strada, agli olezzi di sterco delle vie,<br />
54<br />
al suono del suo passo selvatico. Nicola correva a perdifiato<br />
mentre a poco a poco l’edificio della sua infanzia andava<br />
rimpicciolendo alle sue spalle sinché non rimase che<br />
un solo quartino a stagliarsi tetro sul bagliore di nubi e<br />
piovaschi. Corse come un ladro attraversando orti addormentati,<br />
perdendo brandelli di pelle sui rovi, travolgendo<br />
muri e smuovendo le chiome dei cedri. Smuovendo le<br />
chiome dei cedri perché Nicola è di una bellezza amara e<br />
rovinosa, una bellezza di spine che fa sanguinare gli<br />
sguardi e voltare gli alberi.<br />
55