Creaturine - Sardegna Cultura
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– E la casa?<br />
– Cresce, cresce, – rispose Tobia facendo ridere tutti.<br />
– E il giardino, gli animali, gli ulivi?<br />
Erano arrivati in città compiti ed eleganti, con due bombette<br />
di diverso colore, con regalini da scartare, con ventagli,<br />
lavande, saponi, mutandine ricamate, cartoline di<br />
stoffa, minuscole scatole di foglie di palma, un carillon<br />
napoletano, una coppia di farfalle vive e una di usignoli di<br />
fiume chiusi in una gabbietta che Bianca non volle neanche<br />
vedere; e poi ancora boccette di essenze per la sposa,<br />
un’anfora di Spargi, un aquilone, del caffè, arance sanguinelle<br />
e una grande scatola di latta piena di fazzoletti della<br />
miglior seta di Dorgali. Avendo poi saputo della terribile<br />
invasione di topi in città s’erano preoccupati di ordinare<br />
ed acquistare presso i Coloniali Capitta quel Miracoloso<br />
Preparato che tanto aveva contribuito alla debellazione<br />
del flagello in ogni parte dell’isola.<br />
In attesa dell’amico avevano tirato fuori tutto nel tinello<br />
di casa esponendolo per bene e dilungandosi su ogni cosa<br />
come due piazzisti e davanti agli occhi increduli di Bianca<br />
Pes.<br />
– A Bianca una rosa bianca, – l’aveva stupita Raffaele<br />
voltandosi col fiore in mano comparsogli per magia tra le<br />
dita. Bianca era arrossita, aveva preso il fiore ed era rimasta<br />
seduta a guardare.<br />
– O una bella nevicata bianca, – lo aveva imitato il fratello<br />
lasciando cadere la piccola neve dal palmo della mano<br />
sul paesaggio disegnato nel divano.<br />
– Siete dei maghi?<br />
Bianca ne restò incantata.<br />
– Ci sono i tuoi amici, – aveva dunque detto la donna a<br />
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Rosario baciandolo su un occhio. Rosario ne fu felice sino<br />
alla commozione. Anche Bianca si sentì invasa dalla stessa<br />
aria facile e colorata. Preparò la tavola con festoni e ghirlande<br />
di carta e la tovaglia buona con gli elefantini. Festeggiarono<br />
il presente provandone in bocca la croccanza,<br />
brindarono, giocarono e suonarono concertini di stoviglie<br />
sui calici, scherzarono come adolescenti mettendosi<br />
i canditi dentro il naso e procurandosi convulsioni. Tobia<br />
tentò di baciare la sposa, invano rimproverato dal fratello,<br />
– Se ci riprovi t’ammazzo, – parlarono di medicina e di<br />
olio, di spezie e di amore, omaggiarono ancora il presente<br />
in tutte le sue forme salutandolo in gola ad ogni scroscio<br />
di brandy, invitarono il passato a far festa anche lui e il<br />
passato arrivò come sempre agitando i fiori di ieri sulla tavola<br />
e spargendo una polverina di petali spenti sui dolci.<br />
– Mi avete fatto una gran bella sorpresa ragazzi, – disse<br />
Rosario mordendo un panforte, – proprio un gran bel regalo.<br />
– Si parlò per un po’ di chirurgia, di renella, di vaiolo<br />
nero e di povertà di sangue, si parlò di epilessia lasciando<br />
che il cognac scorresse di bocca in bocca e che ognuno<br />
smarrisse il proprio centro. Ridevano e scherzavano tutti<br />
come da molto non accadeva o forse non era accaduto<br />
mai né a Bianca né a Rosario. Si parlò di Mar Giallo e di<br />
Mar Piccolo e Tobia raccontò di quella volta in cui furono<br />
dati per dispersi per essersi inoltrati nei bassifondi di Taranto<br />
attirati da un venditore di uccellini di zucchero. Si<br />
parlò di sifilide e di circolazione sanguigna lasciando a<br />
Rosario il compito di disegnarne il percorso sulla tovaglia<br />
con una serpentina di briciole di torta.<br />
– Ecco qua, – esclamava di tanto in tanto il medico fermando<br />
la mano tra i piattini. – Mi capisci Raffaele?<br />
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