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Creaturine - Sardegna Cultura

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2<br />

Era un martedì pomeriggio. Bianca s’era svegliata male.<br />

Una giornataccia. Una di quelle giornate in cui anche<br />

le farfalle le davano ai nervi. Aveva pranzato da sola, poi<br />

s’era rimessa a letto per il mal di testa. Poco più tardi era<br />

arrivato Rosario, allora s’era rialzata per preparargli qualcosa<br />

e nell’abbracciarlo gli aveva sentito addosso quell’odore<br />

che non era il suo, ma aveva lasciato stare venendo<br />

meno alla sua indole di donna curiosa e tanto più questo<br />

l’aveva preoccupata.<br />

La serata l’aveva trascorsa a Molafà da suo padre dove<br />

le cose non erano andate meglio. L’aveva trovato in uno<br />

stato indecente.<br />

– Hai bevuto di nuovo.<br />

– Non bevo da anni, dovresti saperlo.<br />

– E allora perché quelle lacrime?<br />

– Bianca, ascoltami, siamo laboratori di vecchiaia.<br />

Se ne era andata sbattendo la porta, non lo sopportava<br />

più, non sopportava di vederlo così debole, non era in vena<br />

di ascoltare altre sciocchezze, se n’era andata e scavalcando<br />

le rotaie s’era ritrovata a pensare ciò che già aveva<br />

pensato per sua madre: speriamo che sia oggi.<br />

Tornò a casa per constatare che suo marito non c’era.<br />

Rincasava sempre che lei era già andata a dormire. Era da<br />

199

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