Creaturine - Sardegna Cultura
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Era un martedì pomeriggio. Bianca s’era svegliata male.<br />
Una giornataccia. Una di quelle giornate in cui anche<br />
le farfalle le davano ai nervi. Aveva pranzato da sola, poi<br />
s’era rimessa a letto per il mal di testa. Poco più tardi era<br />
arrivato Rosario, allora s’era rialzata per preparargli qualcosa<br />
e nell’abbracciarlo gli aveva sentito addosso quell’odore<br />
che non era il suo, ma aveva lasciato stare venendo<br />
meno alla sua indole di donna curiosa e tanto più questo<br />
l’aveva preoccupata.<br />
La serata l’aveva trascorsa a Molafà da suo padre dove<br />
le cose non erano andate meglio. L’aveva trovato in uno<br />
stato indecente.<br />
– Hai bevuto di nuovo.<br />
– Non bevo da anni, dovresti saperlo.<br />
– E allora perché quelle lacrime?<br />
– Bianca, ascoltami, siamo laboratori di vecchiaia.<br />
Se ne era andata sbattendo la porta, non lo sopportava<br />
più, non sopportava di vederlo così debole, non era in vena<br />
di ascoltare altre sciocchezze, se n’era andata e scavalcando<br />
le rotaie s’era ritrovata a pensare ciò che già aveva<br />
pensato per sua madre: speriamo che sia oggi.<br />
Tornò a casa per constatare che suo marito non c’era.<br />
Rincasava sempre che lei era già andata a dormire. Era da<br />
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